Nel giorno in cui in città si ricorda il luttuoso evento del 1944, causato da un tragico errore degli alleati, i ragazzi esprimono solidarietà alle persone colpite ancora oggi da un’assurda guerra.


Settantotto anni dopo, il ricordo riaffiora sempre forte, sebbene siano in pochi oggi a ricordare sulla propria pelle quel terribile giorno. IL 15 marzo 1944 Venafro fu vittima del fuoco amico, di un errore degli allenati durante una delle fasi più dure della seconda guerra mondiale. Stamattina erano in tanti davanti al monumento del milite ignoto e in Largo XV marzo: presenti le autorità, tra gli altri il sindaco Alfredo Ricci, il vice presidente della Giunta regionale Vincenzo Cotugno, il consigliere regionale Vittorio Nola. E presenti alcuni studenti che hanno portato in piazza una grossa bandiera dell’Ucraina per sottolineare che le guerre sono tragedie, in ogni epoca e ad ogni latitudine. Cotugno ha ricordato in un post “quanto sta accadendo in città come Mariupol, devastata in queste ore e divenuta ‘città-martire’ dell’invasione russa, dove centinaia sono i civili che hanno perso la vita. La guerra è morte, è distruzione, e la città di Venafro ne ha ancora i segni di quel terribile bombardamento che gli è valsa la medaglia d’oro al Merito civile per ‘mirabile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio…”.