Il vecchio direttivo sarà reintegrato o si cambia tutto?“C’è una nuova consapevolezza di quella che sarà l’assemblea e di quello che sarà certamente il rispetto dei soci. Se ci saranno cambiamenti non so dirglielo adesso, perché tutta la pratica è in mano al commissario, che agisce secondo il mio mandato ma anche secondo i documenti”.

Ma si potrebbe ripristinare lo status quo ante? “Non lo so, il passato non credo sarà del tutto abolito, ma c’è una novità che è propria nel segno di quello che vuol essere il rinnovamento dell’Ime. Il vecchio non sarà buttato, ma valorizzato”.

La Pia Unione si regge grazie alle entrate che percepisce per l’affitto dei locali della struttura. Le entrate prima venivano utilizzate per attività benefiche e sociali, poi fermatesi. Com’è la situazione delle casse dell’ente? “Posso dirle che la Pia Unione non ha mai avuto tanti soldi come adesso. I soldi, il patrimonio, sono tutti salvaguardati, altrimenti il commissariamento non avrebbe avuto senso. È tutto  sul conto, fatto salve le spese relative alle tasse e all’Erario e gli interventi relativi alle emergenze legate allo stabile. Anche perché col Covid non avremmo potuto fare granché come attività. Le attività di volontariato e pellegrinaggio non si facevano quasi più da quando sono arrivato io a Isernia. Noi comunque vogliamo dare un respiro e una dimensione più ampia, meno locale e comunale, più diocesana. La struttura per noi è importante, vorremmo rendere il Comune di Sessano partecipe di un impegno da parte della Diocesi, quindi – conclude il vescovo – farla crescere”.

La cittadella mariana

Riassumendo: il commissariamento, da decreto vescovile dello scorso 21 gennaio, potrebbe durare (almeno) fino al 30 aprile. Ma Cibotti ammette comunque che, con la fine dello stato d’emergenza, il prossimo 31 marzo, i tempi potrebbero restringersi. Ciò potrebbe dar o luogo a una nuova era per la Pia Unione di Sessano. Un nuovo corso dove qualcosa di buono, del passato, verrebbe comunque confermato (ma nello specifico non sappiamo cosa, il vescovo non si sbottona).

Resta però un dubbio mai sciolto veramente, dopo cinque anni: qual è stato realmente il ‘casus belli’ che ha provocato l’intervento del vescovo, nel 2016? Nella precedente intervista alla nostra testata, il presule ha spiegato come fosse sua intenzione “osservare con attenzione pratiche e contabilità con l’obiettivo di rendere ancora più solida l’associazione sessanese”. Chiaramente, però, per la comunità religiosa di pie donne presieduta dalla dottoressa Gabriella Petrollini, tali parole sono risultate del tutto insoddisfacenti. Questo perché, secondo il diritto canonico, gli affidamenti straordinari di gruppi organizzati religiosi devono durare poco tempo e, in particolar modo, possono essere disposti solo in seguito a gravi inadempienze. Ma l’associazione, come detto, è commissariata da cinque anni e per motivi, come risulta a isNews, che sono stati tutti contestati per iscritto – ma senza ricevere alcuna risposta da Cibotti – dalla Petrollini a nome della Pia Unione. 

Su cosa sia accaduto abbiamo sentito anche il commissario dell’epoca, Donato Toma, oggi presidente della Regione. Egli, per questioni di segreto professionale, si è limitato a parlare di “irregolarità tecnico-contabili” sanate nel corso del suo mandato, evitando che la Pia Unione fosse liquidata e assegnata alla proprietà della Curia.

La vicenda, insomma, presenta ancora punti in chiaroscuro, sui quali isNews cercherà quanto prima di far luce.