HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Molise, sette anni di investimenti: la Regione ‘chiama’ l’Europa 

Molise, sette anni di investimenti: la Regione ‘chiama’ l’Europa 

Inviato in queste ore alla Commissione europea il Documento con gli indirizzi per la programmazione delle politiche comunitarie di coesione 2021-2027: oltre 400 milioni per sostenere la ripresa economica e sociale, una tappa decisiva. 


Sono giorni importanti, se non addirittura decisivi, per il Molise. Circa un terzo delle ingenti risorse su cui la regione potrà contare nei prossimi anni è stato tradotto in programmazione dall’ente di palazzo Vitale e, a differenza dei circa 470 milioni previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, qui la Regione ha potuto decidere come indirizzare il maxi finanziamento europeo. 

La Regione sta procedendo in queste ore all‘invio del Documento programmatico per lo sviluppo nel settennio 2021-2027. Sono le politiche comunitarie di coesione economica e sociale che attingono sostanzialmente dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr)che promuove uno sviluppo equilibrato nelle diverse regioni dell’Ue e dal Fondo sociale europeo (Fse)che sostiene progetti in materia di occupazione in tutta Europa e investe nel capitale umano dell’Europa: nei lavoratori, nei giovani e in tutti coloro che cercano un lavoro. 

La Regione si è mossa per tempo onde evitare il rischio di perdere le risorse relative all’annualità 2022. 

Il documento strategico inviato a Bruxelles è stato determinato dal partenariato regionale, con la sola attenzione da parte dell’Autorità di gestione a non prevedere somme inferiori a quelle minime predeterminate dall’Unione europea. 

Numerose le riunioni che si sono tenute con i soggetti del partenariato istituzionale ed economico-sociale. Incontri che hanno condotto all’elaborazione degli Indirizzi strategici per il periodo 2021/2027 che poi è stato cristallizzato nel documento inviato ad opera del Primo Dipartimento.

Gli indiritti strategici erano stati approvati il 23 marzo scorso dalla Giunta regionale e poi dalla Prima Commissone regionale, infine nell’ultimo Consiglio regionale, dopo la relazione esplicativa del Governatore, rano stati sottoposti all’ulteriore step dell’approvazione dell’assise legislativa di palazzo d’Aimmo. 

Inviato ora il Documento che su quegli indirizzi è stato fondato si dovrà attendere il lavoro di valutazione della Commissione europea. Si passa quindi dalla fase di elaborazione regionale alla fase di negoziato a livello europeo, cioè alla verifica del programma in ogni suo aspetto: procedurale, di corrispondenza ai dettami dell’Unione europea e di contenuti, in questo caso l’esame riguarderà la correttezza degli interventi previsti e delle risorse minime appostate. Determinante anche l’osservanza delle condizioni abilitanti, per esempio l’approvazione dei vari piani affinché le risorse di un singolo settore possano essere stanziate. Tali aspetti e gli eventuali aspetti da correggere, già individuati o individuati in futuro, potranno essere apportate durante la fase di negoziato.

A settembre ci sarà il responso finale della Commissione per quello che è il New Deal della Programmazione regionale, finanziata dall’Europa. 

La sostanza del documento è dunque notevole. Si tratta di una enorme opportunità di crescita per il Molise e di un grande banco di prova per il Governo regionale che sta lavorando per assicurare uno sviluppo sostenibile e una crescita sociale ed economica reale del territorio.  

La Giunta ha deciso di puntare soprattutto su ricerca, innovazione, transizione digitale, sostegno al sistema sanitario, potenziamento della cultura e del turismo, settori che sono stati trafitti dalla pandemia. Un lavoro nell’ottica di una robusta attività di contrasto alla disoccupazione giovanile, seguendo quelli che sono i nuovi parametri di riferimento imposti dall’Europa in un mondo che cambia e accelera. 

La nuova programmazione europea comporta alcune a novità a margine della necessità di continuare a concentrarsi sulla convergenza economica, sociale e territoriale attraverso la competitività sostenibile, la ricerca e l’innovazione, la transizione digitale, gli obiettivi del Green Deal europeo e la promozione del pilastro europeo di diritti sociali. 

Le novità attengono a un potenziamento del sostegno alla preparazione dei sistemi sanitari e a una più convinta valorizzazione della cultura e del turismo. 

Gli Stati membri godranno di una maggiore flessibilità rispetto al periodo di programmazione in corso per quanto riguarda il trasferimento delle risorse tra i fondi in qualsiasi momento della programmazione.  

Tornando al Documento strategico della Regione, tre sono gli obiettivi specifici della Programmazione così come intesa dall’esecutivo di palazzo Vitale: cura della persona, cura dell’ambiente e cura dei diritti civili e delle relazioni sociali. 

Per il primo obiettivo gli investimenti sono concentrati  sull’offerta dei servizi sanitari, sull’assistenza di lunga durata, sui servizi sanitari non ospedalieri, sull’attività degli ambulatori, sull’assistenza domiciliare integrata agli anziani e la valorizzazione del capitale umano: medici generici, medici pediatri e guardia medica, puntando a una massiccia dotazione tecnologica di servizi, con attenzione specifica per le case di cura accreditate. 

In fatto di cura dell’ambiente, dietro la locuzione ‘implementazione della transizione ecologica’ sono appostate le risorse per far fronte ai problemi di inquinamento, per dare una spinta all’economia circolare, alla mobilità urbana sostenibile, all’efficienza energetica anche dell’industria e del terziario, alle fonti rinnovabili, alla mitigazione di frane, rischio sismico, idrogeologico, erosione costiera, aspetti che nel passato hanno segnato alcune falle nella programmazione regionale. 

Infine la cura dei diritti civili e delle relazioni sociali. Incrementare occupazione, istruzione, formazione, mobilità e connessione del territorio è l’obiettivo della nuova programmazione. 

Entrando nel dettaglio, il Presidente Toma, illustrando in aula il Documento, ha enunciato le otto priorità che lo contraddistinguono. Che corrispondono a: un Molise più intelligente (quattro obiettivi specifici, tra gli altri Il rafforzamento della ricerca e dell’occupazione per cogliere i vantaggi della digitalizzazione): Molise più verde; Molise più connesso; Molise più sociale attraverso l’occupazione; Molise più sociale attraverso l’istruzione e la formazione; Molise più sociale attraverso l’inclusione; Molise più sociale attraverso l’occupazione giovanile; Molise più vicino ai cittadini. 

Toma ha evidenziato alcune problematiche che hanno in parte compromesso lo sviluppo regionale in passato: “L’esperienza certifica una insufficiente capacità di connettere il sistema regionale con i creatori di conoscenza e innovazione. Da qui lo spunto per imprimere un’accelerazione agli investimenti delle Pmi , sotto forma di sviluppo dell’innovazione e dell’internazionalizzazione”. Il Presidente ha inoltre citato il Fondo per l’efficientamento energetico destinato agli enti pubblici, che in passato è stato sottoutilizzato. 

Altre priorità riguardano la lotta all’abbandono precoce dell’istruzione e della formazione, e le misure per fronteggiare la preoccupante crescita delle persone che vivono al di sotto della soglia del rischio di povertà. Il Molise dovrà inoltre rispondere ai problemi evidenziati dagli indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale, dati che mettono paura. 

“Gli investimenti che faremo ci aiuteranno a ridurre la dipendenza dall’esterno e tutti i tipi di diseguaglianze sul territori” ha aggiunto. La creazione di posti di lavoro nelle Pmi sarà al centro di politiche mirate e ben sostenute dai finanziamenti: si sostanzieranno anche in più centri di ricerca e nel sostegno ai poli di innovazione, spin off, spin out e start up. 

Aspetto essenziale, anche a sostegno dei dettami dell’Agenda 2030, è la priorità di un ‘Molise più verde’ che prevede cinque obiettivi specifici, tra gli altri: promuovere l’accesso all’acqua e alla sua gestione sostenibile e la riduzione di tutte le forme di inquinamento. Rilevanti gli investimenti anche alla voce ‘Sistemi energetici intelligenti, prevenzione e gestione dei rischi di catastrofi naturali’, gestione rifiuti, sostegno ai processi aziendali rispettosi dell’ambiente.  

Per un ‘Molise più connesso’ si intende invece lo sviluppo di una mobilità locale infrastrutture, in particolare le reti ferroviarie mobili a zero emissioni. 

Per un ‘Molise più sociale’ si spingerà sul miglioramento dell’accesso al lavoro, all’attuazione della garanzia per i giovani, alla promozione del lavoro autonomo, alla partecipazione equilibrata al mercato del lavoro. 

Infine il ‘Molise più sociale attraverso l’istruzione e la formazione’ e il ‘Molise più sociale attraverso l’inclusione’. Rispetto alla prima priorità si sosterrà l’apprendistato per migliorare le competenze e la flessibilità dei lavoratori, e si sosterrà il riorientamento professionale; per la seconda emergenza considerazione sempre maggiore per le politiche di inclusione attiva e pari opportunità. 

Questi dunque i pilastri delle nuove politiche di coesione sostenute dall’Europa e indirizzate dalla Regione. Interventi robusti che comportano un deciso rafforzamento dell’azione amministrativa. 

Un nuovo passo è stato compiuto. Sarà il tempo a stabilire se la Regione riuscirà a trarne benefici concreti e a riprendersi sotto tutti gli aspetti: economico, sanitario e sociale. 

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