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Pensioni di guerra, il governo ‘promette’ aumenti: il plauso dell’ANVCG Molise

Reazioni positive dell’associazione del settore che aspettano da oltre 30 anni un aggiornamento


Con l’accoglimento di due ordini del giorno di M5S, Lega e Forza Italia, il Sottosegretario Sartore si è impegnata, a nome del Governo, a rivedere gli importi delle pensioni di guerra. Reazioni positive dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e da tutte le Associazioni del settore che aspettano da oltre 30 anni un aggiornamento.

L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra accoglie, con soddisfazione, l’impegno del Governo, preso ufficialmente durante l’esame del decreto-legge sul PNRR 2, di rivedere, aumentandoli, gli importi delle pensioni di guerra.

“Ringrazio, a nome di tutta l’Associazione, i senatori Garruti, Pirro, Pirovano, Gallone, Montevecchi, Dell’Olio, Papatheu e Vitali che, con il loro impegno, hanno permesso di portare all’attenzione del Governo un problematica che, contrariamente a quello che comunemente si crede, tocca ancora oggi decine di migliaia di famiglie”: ha dichiarato Michele Vigne, egli stesso vittima e Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, promotrice della proposta di aggiornamento.

“In particolare – ha proseguito il Presidente Vigne – ringrazio il Sottosegretario al MEF, Alessandra Sartore, per essersi impegnata ufficialmente e formalmente a nome dell’Esecutivo a prevedere, in sede di presentazione del prossimo disegno di legge di bilancio, l’incremento del 10 per cento, dal 1° gennaio 2023, di tutti i trattamenti pensionistici di guerra. Una categoria che, ahimè, annovera ancora molti giovani a causa dei numerosi ordigni bellici inesplosi disseminati ancora oggi nel nostro Paese”.

“Finalmente si muove qualcosa dopo tanti anni. Speriamo che le cose vadano in porto, poiché sarebbe uno spiraglio per poter respirare. Le pensioni di guerra sono al minimo da oltre 30 anni”: ha affermato invece Francesco Faccenda (Presidente ANVCG Molise).

Nonostante secondo la legge italiana le pensioni di guerra costituiscano un “atto risarcitorio, di doveroso riconoscimento e di solidarietà da parte dello Stato nei confronti di coloro che, a causa della guerra, abbiano subito menomazioni nell’integrità fisica o la perdita di un congiunto”, l’ultimo intervento normativo in loro favore risale ad oltre 30 anni fa. Ciò ha portato ad una progressiva riduzione del loro valore reale e ha fatto venire meno la loro funzione risarcitoria (l’80% delle pensioni non raggiungono i 5.000 euro all’anno).

Alla luce di questa circostanza e del parere favorevole reso dal Governo, i pensionati di guerra attendono fiduciosi il rispetto dell’impegno preso, “il cui valore simbolico supera certamente la valenza materiale dell’aumento dei loro modesti trattamenti economici”.

Alessandra

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