Analizzate le tracce di sangue e il Dna trovati sulla scena del delitto, sui vestiti e nell’auto della giovane donna dei Cerro al Volturno uccisa a coltellate dall’ex fidanzato


FROSINONE. Sono state rese noto ieri, nell’aula del tribunale di Frosinone, le risultanze delle perizie sul Dna e sui telefonini in merito all’omicidio di Romina De Cesare, la 36enne di Cerro al Volturno uccisa lo scorso 2 maggio dall’ex fidanzato Pietro Ialongo, 38 anni, anch’egli cerrese.

Come riferisce ‘Ciociaria Oggi’, davanti al giudice per le indagini preliminari Antonello Bracaglia Morante è stato ascoltato il perito incaricato dallo stesso gip, Cesare Rapone  maggiore del Ris di Roma, che ha riferito le conclusioni della sua attività al magistrato e alla altre parti. Presenti durante la ricostruzione il pubblico ministero Vittorio Misiti, l’avvocato difensore di Ialongo, Vincenzo Mercolino, e quello di parte civile, Danilo Leva, per la famiglia De Cesare.

L’aggressione alla povera Romina sarebbe iniziata alle spalle, con il primo fendente che avrebbe interessato il fegato. La giovane donna ha provato a difendersi ma non le è servito: 14 le coltellate infertegli dal suo ex fidanzato, con quella fatale che sarebbe stato sferrato con Romina già a terra, all’altezza del torace. Circostanza, questa, confermata anche dalla risultanze dell’esame autoptico condotto dal medico legale Gabriele Margiotta. Il coltello usato da Pietro gli era stato regalato da Romina durante un viaggio a Parigi, avvenuto durante la loro relazione sentimentale, durata 12 anni, alla cui fine l’uomo non voleva rassegnarsi. La coppia viveva a Frosinone, dove lei lavorava, prima come commessa e poi come barista, ma Romina si era trovata un altro fidanzato e Pietro non voleva accettarlo.

Il maggiore Rapone ha poi riferito anche sulle tracce ematiche – da cui è stato estrapolato il Dna – trovate sulla scena del delitto, sugli indumenti e sull’auto di Romina, usata da Ialongo per allontanarsi e arrivare fino al litorale di Sabaudia dove, dopo aver tentato il suicidio senza riuscirci, fu arrestato, seminudo e in stato confusionale.

Incidente probatorio anche sui telefonini sequestrati all’indagato, spenti già nel pomeriggio del 2 maggio, prima del femminicio. Secondo quanto riferito da ‘Il Giornale del Molise’, dalle indagini sarebbe emerso anche un video registrato all’insaputa di Romina, che potrebbe aggiungere altri elementi utili a ricostruire l’omicidio.

In precedenza, anche il cellulare dei vicini di casa della coppia, due ragazzi cinesi, era stato analizzato.

A questo punto gli atti torneranno al pubblico ministero Misiti, che dovrà procedere alla chiusura delle indagini, dopo di che verrà fissata l’udienza preliminare.