Incompatibilità governatore-commissario, Fanelli risponde: “Legge incostituzionale? Solo un altro salvagente politico”

La capogruppo dem evidenzia i motivi per cui a suo avviso la proposta sarebbe invece non solo fattibile, ma l’unica via auspicabile per “sfiduciare Donato Toma da sovrano incontrastato”. GUARDA IL VIDEO


CAMPOBASSO. “Nemmeno un mese fa il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, la mia mozione per destinare 20 milioni di euro per le bollette delle famiglie e delle aziende. Lettera morta. Pochi giorni prima, sempre all’unanimità, è stata approvata un’altra mia mozione per risolvere il problema dell’uscita anticipata dei lavoratori della Gam e dell’area di crisi. Lettera morta. E potrei continuare con altre decine di esempi di impegni assunti in Consiglio e disattesi in Giunta. Ora basta”. Così Micaela Fanelli, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, in una nota pubblicata sui suoi social network.

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“Sulla sanità, sul Pos, sul diritto alla salute di tutti i cittadini non possiamo andare avanti con mozioni che non saranno mai attuate da Donato Toma. Questo lo sanno bene tutti i miei colleghi e i cittadini molisani. Per questo ho presentato una proposta di legge che in dieci giorni (10!) obbligherebbe Toma a decidere tra il ruolo di Presidente e quello di Commissario, impedendogli così di continuare il massacro che sta perpetrando sulla sanità. E invece di incontrare il coraggio delle opposizioni – sottolinea la capogruppo dem la presentazione della pdl si è scontrata con una levata di scudi, arrivata in primis dal Movimento 5 Stelle, che chiaramente sta favorendo e rafforzando solo Donato Toma”.

La legge, per la Fanelli, non sarebbe affatto incostituzionale: “Infatti la sentenza numero 247 del 2019 della Corte Costituzionale che dichiara l’incostituzionalità dell’articolo 25 septies del Decreto Legge 119 del 2018 (quello voluto dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale che sanciva la incompatibilità tra Presidente e Commissario) lo fa partendo da due constatazioni, entrambe però inesistenti nel caso della PDL che propongo: l’inserimento in norme eterogenee rispetto all’oggetto del Decreto Legge (in materia economica) e con decretazione senza la necessaria urgenza (ex art. 77 della Costituzione); nonché l’interferenza nella sfera delle competenze regionali. Per di più, la norma contenuta nella mia PDL non incide sull’intero mandato, ma specificamente su un cosiddetto ‘semestre bianco’, impedendo in questo modo che la cumulazione delle due cariche possa di fatto ‘inquinare’ con un evidente conflitto di interessi anche la fine della legislatura. Una norma quindi eccezionale e specifica”.

“Tanto si giustifica – nei fatti – per assenza di controllo su Toma, sia perché gli organi politici sono esautorati, sia perché quegli amministrativi non sono in una posizione di terzietà (controllore e controllati sono in uno nella struttura dell’Assessorato alla sanità), sia perché altri soggetti non sono terzi (vogliamo parlare del subcommissario Papa, ex consulente di Toma?), sia perché non esiste una programmazione vincolante per il Commissario.Materia sulla quale, in ogni caso, dovrà decidere la Corte Costituzionale”, ricorda la capogruppo.

La legge, invece, “al contrario di un’inutile mozione, sarebbe immediatamente efficace e – in attesa dell’esito di un eventuale ricorso –  garantirebbe non solo lo stop al procedimento di approvazione di un Pos osteggiato da tutti, ma soprattutto sfiducerebbe Donato Toma da sovrano incontrastato. E invece, si lanciano, ancora una volta, salvagenti politici all’indirizzo di Donato Toma, confidando in cosa? Che dopo quattro anni dia finalmente seguito ad un impegno assunto in Aula? Davvero qualcuno ci crede e soprattutto si fida?”.

“Delle due, l’una. Toma o lo si sostiene o lo si combatte non con inutili mozioni, ma con leggi, perfettamente costituzionali, che tranciano alla base la possibilità per il Commissario di continuare a fare danni. Delle due, l’una. O si sta con Donato Toma e contro il diritto alla Salute, oppure lo si obbliga a dimettersi da Commissario e si creano le condizioni per risollevare davvero la nostra Sanità”, spiega la Fanelli.

“Io – ricorda la dem – la mia scelta l’ho fatta quattro anni fa, ho il coraggio delle mie azioni e non mi nascondo dietro i sofismi né tantomeno dietro tattiche pre elettorali. Né c’entra con questo mio contrasto a Toma un posizionamento tattico a destra o a manca. La linea delle alleanze la decide il Partito democratico nazionale e locale. Avere una posizione diversa su come si usa lo strumento dell’incompatibilità nel caso di specie, nulla ha a che vedere su questo punto. Ci pensa giustamente il partito. Fuori della strumentalizzazioni, quindi, per me Toma va fermato e il Pos va riscritto, sentendo gli operatori, i comitati, i sindaci. E per farlo, con i fatti e non con le arrampicate sugli specchi, l’unico strumento immediato è la mia proposta di legge. Chi vuole, può”, conclude Micaela Fanelli.

Pietro

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