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Omicidio di Santa Maria del Molise, scena del crimine inquinata: si indaga a tutto campo

Ancora tanti i tasselli da mettere insieme per fare piena luce sull’accaduto


di Deborah Di Vincenzo

SANTA MARIA DEL MOLISE. La scena del crimine è stata ‘ripulita’ prima di informare Carabinieri e Procura dell’omicidio.

Ne sono convinti gli inquirenti che indagano per fare piena luce sull’assassinio di Carlo Giancola, il 72enne di Santa Maria del Molise, il cui cadavere è stato rinvenuto nella sua abitazione la mattina della vigilia di Natale.

La moglie della vittima, Irma Forte di 66anni, unica indagata per il delitto, ieri mattina in sede di udienza di convalida ha confessato, ammettendo le sue responsabilità.

Dopo cinque ore di camera di consiglio il gip del Tribunale di Isernia Michaela Sapio, sulla base dell’impianto probatorio che ha evidenziato un sufficiente quadro indiziario acquisito nelle ore successive all’omicidio, ma anche a seguito della confessione dell’indagata, ha accolto la richiesta della Procura di convalida dell’arresto della 66enne per omicidio volontario aggravato e l’emissione della misura cautelare restrittiva.

Il gip ha adottato gli arresti domiciliari. Una misura che il giudice ha ritenuto idonea a salvaguardare le esigenze cautelari legate al pericolo di inquinamento probatorio. La Procura aveva invece chiesto il carcere per l’indagata, ravvisando anche il pericolo di reiterazione di delitti simili.

Ma, come si diceva, ci sono ancora tanti aspetti su cui fare luce . Per questo le indagini dirette dalla Procura, affidate ai Carabinieri e ai reparti speciali dell’Arma vanno avanti a tutto campo. La versione dei fatti fornita dall’indagata va riscontrata ed è necessario acquisire ulteriori elementi perché – come ha evidenziato in una nota il procuratore Carlo Fucci – appare allo stato “incompleta la ricostruzione dei fatti e non sono chiari taluni aspetti della dinamica dell’omicidio e della fase successiva”.

La scena del crimine, secondo la ricostruzione fatta da chi indaga, è stata in qualche modo alterata. In particolare, l’arma del delitto non è stata ritrovata nella stanza dove è stato compiuto l’assassinio: “Invero deve rilevarsi, oltre al mancato rinvenimento – tra l’altro dell’arma del delitto, che solo le ulteriori attività investigative, effettuate dai Carabinieri e coordinate dalla Procura, hanno consentito di ritrovare – a seguito di un ulteriore sopralluogo nell’abitazione in questione – alcune delle ‘cose pertinenti al reato’ commesso – deliberatamente tolte dall’ambiente ove è stato consumato l’omicidio“.

Ipotesi, dunque, che non escludono il possibile coinvolgimento di altre persone nella vicenda.

Deborah

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