In occasione della ricorrenza dedicata ai Martiri delle foibe


CAMPOBASSO-ISERNIA. Il 10 febbraio ricade il ‘Giorno del Ricordo’, istituito dal Parlamento nel 2004, con cui si ricordano i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole – si legge nel testo normativo – “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Si susseguono in queste ore i messaggi delle istituzioni molisane che celebrano questa ricorrenza.

DONATO TOMA. “Le ideologie razziste dei regimi dittatoriali, sfociate nei crimini aberranti perpetrati a metà del Novecento – ricorda il presidente della Regione Donato Toma – echeggiano ancora nelle pieghe più dolorose della storia della nostra patria. Nel Giorno del Ricordo, quello in cui riemerge dall’oblio l’orrore delle foibe, un senso di nausea pervade le nostre coscienze. Sentiamo ancora forte l’odore putrido di quei comportamenti deviati e perversi, fondati sull’umiliazione dell’altro, sullo stupro delle povere anime che patirono il più atroce dei supplizi.Erano cittadini del mondo, come noi. Migliaia di italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. Donne e uomini privati di qualsiasi forma di dignità umana, degli affetti, della vita. Ma non di quel valore universale insito nel loro sacrificio, che tutti noi, oggi, abbiamo il dovere di restituire al presente sotto forma di avvertimento. Per lungo tempo la barbarie delle fosse comuni nel sottosuolo del Carso, dove una quantità enorme di nostri connazionali fu gettata dopo essere stata torturata e assassinata dalle milizie del regime di Tito, è stata negata alla verità storica. Ma quelle violenze inenarrabili sono parte del patrimonio generico dell’Italia repubblicana, di una memoria del sé e del noi nel tempo, che dobbiamo custodire collettivamente con responsabilità, amplificandola, tramandando la consapevolezza di quell’infamia, alle nuove generazioni. E’ un impegno civile cui non potremo mai sottrarci, come ineludibile dovrà essere il desiderio di conoscere e approfondire il nostro passato, quello felice e quello che ancora oggi ci atterrisce. Ricordo, cordoglio e meditazione ci guidino in questa giornata e oltre, in Molise e ovunque nel mondo. Fuori dal buco nero delle foibe, fuori da qualsiasi condotta violenta e forma di prevaricazione, di oppressione del singolo, di un popolo o dell’intera umanità.

COSTANZO DELLA PORTA ED ELISABETTA LANCELLOTTA. I parlamentari di Fratelli d’Italia – senatore Costanzo Della Porta e onorevole Elisabetta Lancellotta – scrivono: “In primis, il ricordo di tutti noi va alle migliaia di vittime dei massacri delle Foibe da parte dei partigiani comunisti (la tecnica di eliminazione nelle foibe era già stata collaudata e praticata dalle bande partigiane di Tito nella prima invasione dell’Istria, dopo l’8 settembre 1943, ndr) e all’esodo giuliano-dalmata – il pensiero dei parlamentari molisani di Fratelli d’Italia – Partiamo sempre dal presupposto che il ricordo e l’analisi storiografica degli eventi, che hanno scandito il nostro passato, siano elementi indispensabili per non commettere nuovamente gli stessi errori”.

“Gli avvenimenti tragici della storia vanno ricordati, parlandone e riflettendone con i più giovani, affinché si comprenda come la prepotenza sia da tenere lontana in ogni ambito della nostra società – hanno proseguito Della Porta e Lancellotta – L’analisi degli eventi della nostra storia è un impegno di civiltà, anche perché, come sappiamo la storiografia ha iniziato a parlare delle Foibe con un ritardo di 60 anni, fin quando in Italia con la legge numero 92 del 30 marzo 2004 fu riconosciuta ufficialmente questa tragedia, istituito il Giorno del Ricordo e riportata alla memoria di tutti una pagina nera della storia del ‘900”.

ALDO PATRICIELLO. Questo il messaggio invece dell’europarlamentare Aldo Patriciello: “È triste pensare alla sorte toccata a tanti, troppi italiani in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nel corso della seconda guerra mondiale: vittime prima della follia nazionalista e poi, nei decenni successivi, del pregiudizio ideologico che ne ha soffocato la memoria. Una sciagura nazionale sottovalutata e ignorata per anni, diventata finalmente storia condivisa e accettata grazie all’instancabile tenacia degli esuli e dei loro discendenti. Oggi, per fortuna, non è più così. Ma la memoria senza consapevolezza rischia di essere solo vuota retorica. Ecco perché il Giorno del ricordo e la tragedia delle foibe sono pagine di storia che meritano di essere lette per intero. Per non dimenticare. Mai”.

FILOMENA CALENDA. L’assessore regionale Filomena Calenda scrive, sul Giorno del Ricordo, che “contribuisce a farci rivivere un’altra brutta pagina della nostra storia recente: le orrende sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Popolazione che, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, conobbe il tragico destino di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Che significò una persecuzione contro gli italiani, una vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. Ecco, allora, la tragedia delle Foibe che -con l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia – fanno parte di una drammatica pagina della storia del nostro Paese e dell’Europa. Una sciagura nazionale che pesò sulle spalle dei profughi, vittime purtroppo di comportamenti non isolati di odio e ostilità. Le Foibe sono un altro triste capitolo della storia che dopo anni di silenzio è entrato a far parte, doverosamente, nella dignità della memoria. Perché è proprio la mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi che spesso di insegnano i valori deprecabili dell’odio, della discriminazione e della vendetta. Rivolgo quindi un pensiero commosso e solidale alle vittime di quella persecuzione, perché anche il loro dolore e la loro sofferenza non siano mai dimenticati. Questa fetta di storia è un monito contro le ideologie e i regimi totalitari che opprimono i cittadini, negano i diritti fondamentali della persona, favoriscono inqualificabili discriminazioni. Quindi nostro dovere è rafforzare gli istituti della democrazia e le iniziative che tendono a promuovo pace e collaborazione. Dialogo e amicizia tra i popoli”.

FRANCESCO ROBERTI. Il presidente della Provincia di Campobasso Francesco Roberti scrive: “Il Giorno del Ricordo come la Giornata della Memoria: due momenti di riflessione per rievocare due tra le più tragiche e tristi pagine del ‘900 e far sì che certi simili avvenimenti non avvengano mai più. Le Foibe ci ricordano l’eccidio di migliaia di persone gettate nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia comunista e l’esodo di circa 250mila italiani dall’Istria. Una storia andata nell’oblio per 60 anni, fino all’istituzione nel 2004 del Giorno del Ricordo. Il nostro pensiero va oggi alle migliaia di vittime e ai loro familiari. Sicuramente le sofferenze non potranno essere cancellate, ma l’odio e il risentimento sì. Rispetto, collaborazione e dialogo tra i popoli e le Nazioni devono contraddistinguere le politiche di pace, lasciando alle spalle ogni ipotesi di forza e prepotenza. Ancora oggi sono tante le guerre e, ormai, assistiamo da un anno a un conflitto nel cuore dell’Europa con le tante tristi e tragiche storie connesse. Evidentemente ancora nel XXI Secolo abbiamo imparato poco degli errori del passato. Per questo, dobbiamo rivolgerci alle giovani generazioni, che ben guidate sicuramente sapranno aprire la mente per una nuova cultura di pace, civiltà e solidarietà tra i Paesi”.

CIRCOLO FRATELLI D’ITALIA VENAFRO. Il circolo Fratelli D’Italia di Venafro, “scevro da qualsiasi appartenenza politica e partitica”, in occasione della ricorrenza ricorda che “lo scorso anno chiedeva al sindaco Alfredo Ricci e alla sua Giunta Comunale, l’Intitolazione di una strada, un parco o uno spazio pubblico ai ‘Martiri delle foibe’. Risposte non sono ancora arrivate ma, la storia che non può essere cancellata, neppure a distanza di molti decenni, chiede che questi martiri vengano degnamente ricordati in tutto il nostro Paese. Troppo tempo è passato e troppo si è tenuta nascosta la verità su quelle vittime innocenti che furono giustiziati o costretti all’esilio, colpevoli solo perché Italiani. Nonostante il lungo lasso di tempo trascorso dal giorno della nostra richiesta, nessuna risposta è pervenuta al proponente Circolo e nessuna decisione è stata presa in proposito. Dunque anche questo 2023, latitante l’istituzione comunale, il ricordo avviene solo nelle scuole che a Venafro come altrove contribuiscono a non far dimenticare questo martirio”.