Cominciano le trattative tra il neo governatore e i partiti e i movimenti di maggioranza, che entreranno nel vivo dopo la proclamazione degli eletti. Il dubbio per un seggio ‘ballerino’ e i criteri che potrebbero essere utilizzati per la composizione dell’esecutivo


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Regionali, metabolizzati i risultati delle elezioni, che hanno concesso una vittoria netta al neo presidente Francesco Roberti e alla sua maggioranza di centrodestra, comincia la trattativa per il ‘toto-giunta’.

Una trattativa che entrerà nel vivo dopo la proclamazione degli eletti – i tempi si annunciano piuttosto lunghi – visto che solo allora sarà definita la composizione definitiva del Consiglio regionale.

Oggi, in virtù del 62,24% di consensi ottenuti da Roberti, si parla di 13 consiglieri per la maggioranza e di 7 per l’opposizione, ma per alcuni analisti politici in dubbio ci sarebbe un seggio ‘ballerino’, che da Noi Moderati potrebbe essere consegnato a Costruire Democrazia, facendo passare il numero delle poltrone della maggioranza a 12 e quelle della minoranza a 8. E portando in aula, al posto del sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo, Antonio Tedeschi. Solo un’ipotesi, al momento.

Questione di ‘resti’, secondo l’interpretazione della legge elettorale regionale, che sarà dipanata solo quando l’Ufficio elettorale centrale istituito presso il Tribunale di Campobasso indicherà i consiglieri eletti. Non prima del 10 luglio, com’è stato ipotizzato, visto che bisognerà ricontrollare tutti i verbali delle 393 sezioni elettorali. Ben più rapida dovrebbe invece arrivare la proclamazione del governatore Francesco Roberti, con il passaggio del testimone – già nei prossimi giorni – dall’uscente Donato Toma. Non ricandidato. Non per volontà sua.

Nel frattempo, come si diceva, si comincia già a ragionare di organigramma e di metodo per comporre l’esecutivo, partendo dal numero dei voti, per arrivare alla questione ‘territoriale’. Con i partiti che hanno ottenuto il maggior numero di consensi, a partire da Fratelli d’Italia, che ha avuto il 18.85% di preferenze, che chiede più rappresentanza. In parole povere più assessori. E le altre formazioni che spingono per essere incluse tutte nell’esecutivo.

La coperta però è corta: i posti da coprire sono solo 5, più l’incarico di presidente del Consiglio, a cui si può aggiungere il posto da sottosegretario della giunta, ‘inventato’ nella scorsa legislatura, che non ha mai entusiasmato partiti ed eletti.

A spingere sul presidente Roberti, a cui spetterà la scelta, e poi la firma dei decreti di nomina, sarebbero soprattutto i consiglieri più votati. A partire da Salvatore Micone, esponente di area matesina, di Fratelli d’Italia, che di voti ne ha avuti 4.778, più di chiunque altro. E che, oltre all’assessorato, gradirebbe pure l’incarico di vice presidente. Tra gli aspiranti assessori del partito del premier Meloni anche l’assessore uscente Quintino Pallante e l’ex governatore Michele Iorio, che sarebbe interessato anche alla presidenza del Consiglio regionale.

In Forza Italia il più votato è un altro uscente, Nicola Cavaliere, anche lui nella lista dei papabili, come più votato del partito e come rappresentante dell’area di Campobasso.

Per ‘Il Molise che vogliamo’ la più votata è la sindaca di Pozzilli Stefania Passarelli, rappresentante della zona di Isernia, che oltre al numero delle preferenze ha dalla sua anche la rappresentanza delle ‘quote rosa’.

Gli altri seggi se li contendono ‘Noi moderati’, il più votato è Fabio Cofelice, i Popolari per l’Italia dell’ex assessore Vincenzo Niro, il più votato della sua lista e la Lega, con il consigliere comunale di Campobasso Massimo Sabusco.

Con i vari partiti a cui dare visibilità – gli aspiranti assessori sono più degli assessorati disponibili – e salva si diceva la poltrona di presidente del Consiglio e il sottosegretariato, per Francesco Roberti ci sarebbe la possibilità di ricorrere al turn-over di metà legislatura. Soluzione a cui si è già ricorso in passato, quando c’erano da togliere le ‘castagne dal fuoco’, ma che inevitabilmente scontenta chi non entra subito nell’esecutivo e chi deve lasciarlo a due anni e mezzo dal ‘gong’.

Per tutti i papabili, comunque, inizia l’attesa. Con la Giunta che, appena nominata, si troverà di fronte la prima priorità: la mancanza del bilancio 2023. Da approvare in tempi record, per rimettere in cammino la macchina Molise. Sbloccando progetti e pagamenti rimasti fermi, senza bilancio e con una Regione che per sei mesi, in attesa delle elezioni, ha operato per ‘dodicesimi’.