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Proseguono le indagini della Procura di Sulmona per chiarire le cause del decesso del 46enne Antonio Di Lollo


CASTEL DI SANGRO. Sono tre gli indagati per la tragedia costata la vita ad Antonio Di Lollo, il 46enne di Roccaravindola morto folgorato mentre, giovedì scorso, stava eseguendo dei lavori di tinteggiatura su un capannone di un’azienda di Castel Di Sangro.

Come riferisce l’Ansa si tratta del proprietario del cantiere nonché amministratore delegato dell’azienda e di due figure legate al noleggio del cestello elevatore che l’operaio avrebbe utilizzato per tinteggiare la facciata del capannone.

I tre sono stati iscritti sull’apposito registro dalla Procura di Sulmona che indaga per omicidio colposo e per le presunti violazioni in materia di sicurezza sul luogo di lavoro. Quello della Procura è un atto dovuto ai fini dell’accertamento irripetibile dell’autopsia.

Una doppia perizia, in realtà, è stata disposta dalla Procura: l’esame autoptico per chiarire le cause del decesso dell’operaio e un’altra sui mezzi utilizzati e sullo stato dei luoghi per verificare eventuali anomalie o irregolarità sul piano della sicurezza.

Nel frattempo i Carabinieri della compagnia di Castel di Sangro hanno sequestrato la porzione di cantiere dove è avvenuto il tragico episodio e hanno acquisito l’intera documentazione.

Infine, verifiche sono in corso anche da parte degli ispettori della Asl 1 che avevano raggiunto il luogo dell’incidente assieme ai sanitari del 118 che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constare il decesso dell’operaio.