di Francesca Capozza*
ISERNIA. L’ansia rappresenta un’emozione molto importante da un punto di vista filogenetico, in virtù del suo elevato valore adattivo. Nel corso dell’evoluzione l’ansia è stata utile alla sopravvivenza dell’uomo in quanto forte segnale di allarme fisiologico al quale egli rispondeva predisponendosi all’azione per far fronte ad una situazione di pericolo (attacco di fiere, calamità naturali, combattimenti, ecc).
Riconoscere dell’ansia il carattere evolutivo, cioè utile per l’uomo nel fronteggiare le situazioni di vita potenzialmente rischiose, consente di apprezzare l’importanza di una adeguata regolazione e di un efficace contenimento di essa in modo da beneficiare del suo contenuto comunicativo, evitando un suo paralizzante dilagare.
Il cuore che batte forte, lo stomaco che si contrae, le mani che sudano sono tutte manifestazioni fisiologiche volte ad attivarci per affrontare una determinata situazione: sostenere un esame, affrontare il proprio capo irritato, sostenere un discorso in pubblico, ecc..
Quando la paura mette il cervello emozionale in uno stato di agitazione, parte dell’ansia che ne risulta serve a fissare l’attenzione sulla minaccia che si presenta, costringendo la mente ad escogitare un modo per controllarla, ignorando temporaneamente qualunque altra cosa.
L’ansia mantiene, quindi, il suo carattere positivo quando ci aiuta ad elaborare piani che consentano di fronteggiare efficacemente situazioni potenzialmente difficili.
Se, però, essa diviene cronica, la mente agitata precipita in una spirale senza fine di preoccupazioni che appaiono incontrollabili, inaccessibili alla ragione e non fanno intravedere altre prospettive da cui considerare il problema.
È importante, allora, contenere l’ansia attraverso una sua adeguata regolazione ed espressione, in modo da poter cogliere il suo aspetto evolutivo: aiutarci ad identificare mentalmente i pericoli ed a riflettere sulle strategie per affrontarli.
L’ansia si presenta in due forme: cognitiva, ossia pensieri preoccupanti, e somatica, ossia sintomi fisici come sudorazione, tachicardia, tensione muscolare.
Alcune misure che possono aiutare nella regolazione dell’ansia rispecchiano un’attenzione alla sua duplice dimensione:
Tali strategie agiscono su entrambe le dimensioni dell’ansia con l’effetto di contrastare l’attivazione del loro circuito disfunzionale:
La psicoterapia, inoltre, può costituire un valido strumento per comprendere le radici del proprio malessere ed individuare ed affrontare i crogioli psicologici ed emotivi che nel tempo hanno portato ad una limitazione e/o compromissione della propria capacità di fronteggiare le situazioni di vita quotidiana. Attraverso questo percorso di crescita, l’individuo impara a riconoscere e valorizzare le proprie risorse personali e sociali, apprende ad utilizzarle con pienezza e fiducia, sperimentando, di conseguenza, un sostanziale miglioramento della propria qualità di vita.
*psicologa-psicoterapeuta
specialista in Psicologia della Salute
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