L’intervista alla storica band che si esibirà domenica 26 novembre per la prima volta nel capoluogo pentro


ISERNIA. “Isernia? Sul navigatore la regione non risulta”. Scherzano, come loro solito, Elio e le Storie Tese in un’intervista ad Ansa, presentando lo show in arrivo nel Molise per domenica 26 novembre all’Auditorium di Isernia. Il concerto è promosso da Ps Live Group ed è inserito nel cartellone 2023-24 della struttura.

“Scherzi a parte – spiega Faso, storico bassista della band – siamo felicissimi del concerto in Molise perché è una regione dove siamo stati una sola volta tanti anni fa. Ci sono zone d’Italia dove, per vari motivi, ci è capitato di andare a suonare pochissimo o mai, quinci ci piace molto l’idea di essere in luoghi mai battuti prima e poi siamo molto soddisfatti per l’opportunità di suonare in teatri belli e con una ottima acustica. Questo ci consente di suonare al meglio e offrire al pubblico un ascolto d’eccezione”.

“Siamo al giro di boa e siamo contentissimi – aggiunge, perché il loro tour per la reunion è ormai arrivato a metà delle date in programma. “L’unica cosa che ci pesa sono i viaggi perché, tra strade, lavori e code, è sempre come un videogioco all’ultimo livello. Se ci fosse il teletrasporto sarebbe la più grossa figata. Il pubblico ci tributa ovunque una accoglienza calorosissima, stiamo facendo sempre il pienone: al momento sono 40 sold out su 44 date. Non è male”.

Ovviamente sarà uno show a base di scene, battute, irona e tanta tanta musica, come nel classico stile degli Eelst. “Saliamo sul palco per offrire al pubblico un momento di spensieratezza e alla fine gli spettatori escono consapevoli di aver ascoltato della buona musica, suonata bene, e di essersi divertiti. È comunque una bella medicina. Siamo certi di svolgere abbastanza bene questa funzione. Io sarò un po’ vecchio, ma penso che quando sali sul palco e suoni davvero al pubblico arriva sempre qualcosa di più”.

Altri tour in vista? “Abbiamo già attivato un programma, tutto calcolato, di scioglimenti e reunion perché abbiamo visto che così si crea molto interesse. Quindi abbiamo pensato di utilizzarlo come procedura per ravvivare tutto. Un po’ come le luci dell’albero di Natale, ci accendiamo e ci spegniamo a intermittenza”.