L’incontro ha visto la partecipazione di Antonio De Cristofaro, ordinario di entomologia agraria, e Fabio Pilla, ordinario di zootecnica e miglioramento genetico presso l’Unimol


CAMPOBASSO. ‘Gli effetti del cambiamento climatico sul sistema agro-zootecnico-forestale’. Questo il tema del seminario tenutosi lunedì 18 dicembre nella sala conferenze di Coldiretti Molise a Campobasso. Inserito nel progetto ‘Agrismart’, l’incontro ha visto la partecipazione di decine di soci imprenditori agricoli e zootecnici, parte in presenza e parte collegati in modalità conference, grazie ad una piattaforma web attivata dalla struttura Coldiretti Molise.

Il progetto ‘Agrismart’ è stato ideato in collaborazione fra Coldiretti Molise, l’ente di formazione ‘Scuola e Lavoro’ di Termoli ed Impresa Verde Molise srl, la società di servizi di Coldiretti Molise, e presentato nell’ambito dell’avviso pubblico Psr 2014-2020 Misura 1. Sottomisura 1.2, Intervento 1.2.1 Attività ‘dimostrative’ e ‘informative’ mirante a fornire supporto informativo alle aziende agricole e zootecniche che operano in regione.

Il progetto si compone di una parte ‘informativa’, mediante seminari, e una ‘dimostrativa’ che prevede visite ed eventi in aziende agricole molisane. Le tematiche oggetto di formazione, sia nella loro parte teorica in aula che pratica nelle visite aziendali, sono: l’ambiente, l’innovazione ed i cambiamenti climatici.

L’incontro ha visto la partecipazione di Antonio De Cristofaro, ordinario di entomologia agraria presso l’Unimol e Fabio Pilla, ordinario di zootecnica e miglioramento genetico sempre presso l’Università degli Studi del Molise. A fare gli onori di casa il presidente provinciale di Coldiretti Campobasso, Giacinto Ricciuto, ed il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese.

Nel corso dei lavori è emerso che gli allevamenti sono in parte responsabili dei cambiamenti climatici in quanto gli animali rilasciano metano attraverso i microorganismi che sono coinvolti nel loro processo di digestione (fermentazione enterica) e protossido di azoto attraverso la decomposizione del letame.

Tuttavia, il professor Pilla, precisando che gli allevamenti di tipo intensivo producono una maggior quantità di sostanze inquinanti rispetto a quelli non intensivi, ha osservato che per abbassare il tasso di metano da loro prodotto vi sono due strade: il miglioramento genetico delle razze e la selezione delle stesse; ciò al fine di ottenere animali che riescano a digerire meglio gli alimenti di cui si nutrono e di conseguenza emettere minori quantità di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Il professor De Cristofaro si è invece soffermato sulle buone pratiche agricole che possono mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, responsabile anche dell’aumento di vettori che favoriscono il diffondersi di patogeni e funghi dannosi per le varie colture.

Per combattere i cambiamenti climatici molto utili risultano quindi essere le buone pratiche agricole come le tecniche di agricoltura biologica, la protezione del suolo, l’aumento della biodiversità ma anche la diversificazione colturale e l’agricoltura di precisione.