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I messaggi delle istituzioni


CAMPOBASSO. Si celebra domani 10 febbraio, il ‘Giorno del Ricordo’ istituito dal Parlamento italiano nel 2002 per ricordare le vittime delle foibe e dell’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre. Un dramma che il Molise non dimentica.

“Dopo il Giorno della Memoria del 27 gennaio, ancora una giornata di riflessione su una delle pagine di storia più buie del XX Secolo- scrive il presidente della Regione Molise Francesco Roberti – Due eventi storici distinti, ma caratterizzati dall’odio e dalla morte senza motivo di tantissimi innocenti. Dopo decenni in cui nei libri di storia non si fece cenno del dramma delle Foibe, della crudeltà con cui tantissimi italiani furono uccisi e scomparsi nelle foibe, di coloro che furono imprigionati e torturati senza motivo, soltanto perché erano italiani che si opponevano alla dittatura di Tito, venti anni fa il revisionismo storiografico riconobbe quelle barbarie, secondo il principio che la storia non si cancella e non si deve oscurare. Da quel momento, tante le testimonianze del dramma degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia. Storie agghiaccianti che, di anno in anno, tornano vive, grazie alle iniziative organizzate in tutto il Paese. Così come già scritto due settimane fa, queste giornate e tutte le manifestazioni correlate sono fondamentali per tener vivo il ricordo degli errori del passato, far comprendere ai giovani il quadro storico e storiografico, al fine di richiamare quei fondamentali concetti della cultura della pace, dell’uguaglianza, dell’autodeterminazione dei popoli e della libertà. Oggigiorno, stiamo vivendo un periodo particolare, in cui i venti di guerra risuonano in maniera preoccupante e, dunque, occorre richiamare la collaborazione e la solidarietà tra le Nazioni e gli organismi internazionali. L’odio e la sopraffazione vanno messi da parte e, per garantire un futuro roseo ai più giovani, non possiamo che auspicare come pace e civiltà trionfino in tutti quei Paesi in cui, ancora oggi, si sta preferendo la guerra al dialogo”.

“Ricordare perché mai più si ripeta, mai più – evidenzia il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante – Quello delle Foibe fu un vero e proprio genocidio perpetrato dal regime totalitario del dittatore jugoslavo Tito, dimenticato per tante ragioni dalla storia ufficiale e che il nostro Paese e l’opinione pubblica della nostra Nazione devono onorare per non dimenticare. Non ci sono ragioni umane sul perché si sviluppò quell’odio etnico, politico, anti-italiano che scatenò una disumana, ferocia e sanguinosa caccia all’uomo, che portò all’ orrenda morte di decine di migliaia di Italiani. Tra quelle vittime barbaramente uccise ci sono ben quarantanove molisani. Ognuno di loro merita di essere ricordato dalla nostra gente, dalla nostra Regione. Non posso in questo momento non dedicare un pensiero affettuoso alla signora Nella Reggente, esule da Pola che ha vissuto sulla sua pelle quel terribile e drammatico momento storico e che ora vive nella nostra bella Termoli. La politica, l’opinione pubblica, devono rigettare, senza se e senza ma, le motivazioni che portarono all’oblio che ha coperto, per decenni, questi inenarrabili orrori. Orrori compiuti, in maniera disumana e spregiudicata dagli uomini di Tito e nascosti, e lo sottolineo, in qualche modo anche da una parte del nostro sistema politico e mediatico. La nostra è oggi una democrazia matura che guarda e deve guardare senza pregiudizi di alcun genere alla propria storia, riconoscendo i propri errori ma allo stesso tempo chiedendo conto degli errori compiuti da altri, come accaduto per le Foibe. La tragica e drammatica storia del massacro delle Foibe deve essere, come spero e credo stia diventando, patrimonio di tutta l’Europa, responsabilizzando ogni governo a lottare contro quelle logiche politiche di stampo totalitario e violento che scatenarono tale eccidio”.

“La strage delle Foibe fu da imputare al governo jugoslavo comunista di Tito che, allo Stato di diritto e alla democrazia, sostituì una visione totalitaria della sua guida di governo – ricordano i parlamentari molisani Elisabetta Lancellotta e Costanzo Della Porta – A tal proposito,  Fratelli d’Italia ha presentato alla Camera una proposta di legge per la revoca dell’onorificenza dell’ordine ‘Al merito della Repubblica Italiana’. Il ricordo degli eventi del passato, soprattutto di quelli drammatici e segnati da morte e distruzione, è fondamentale per restituire fondamenta più stabili al presente e al futuro. Ancora oggi assistiamo a conflitti in tutto il Mondo, da quelli geograficamente più vicini a noi a quelli più distanti, anche se spesso i concetti di vicinanza e distanza sono relativi. Questa giornata, così come tutte quelle di ricordo, deve accendere un faro per la pace, consentendo ai più giovani di poter riflettere sulla distinzione tra cosa è giusto e cosa non lo è. In questo presente noi dobbiamo favorire le politiche di pace e cooperazione, ponendo le radici per una classe dirigente del futuro che possa avere insita una nuova cultura, indirizzata all’armonia tra i Paesi e i Governi. In questa giornata il nostro abbraccio giunga ai familiari delle vittime e a tutti coloro che non hanno avuto mai giustizia. Intanto, con 224 voti a favore, dieci astenuti e nessun contrario, la Camera ha approvato la legge per la promozione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata nelle giovani generazioni. Il testo ora torna all’esame del Senato per il via libera definitivo”.

“E’ un obbligo morale e civile – ha scritto il deputato eletto in Molise e segretario nazionale dell’UdC Lorenzo Cesa – commemorare oggi il Giorno del Ricordo e dedicare il nostro pensiero alle vittime innocenti delle foibe e ai loro cari. E’ opportuno che, nonostante il trascorrere del tempo, la memoria non subisca processi di affievolimento o erosione. L’oblio sarebbe non solo ingiustificabile, ma costituirebbe un ulteriore insulto nei confronti degli infoibati e degli esuli istriani, fiumani e dalmati, già crudelmente condannati dalla follia umana in un tempo che segna una delle più tristi pagine per la storia del nostro Paese”.