POLITICA & ATTUALITA'

Giorgia Meloni firma l’Accordo di sviluppo e coesione: “Al Molise 445 milioni per competere ad armi pari”

La giornata a Campobasso del presidente del Consiglio dei Ministri. Il viaggio in elicottero, l’arrivo al Teatro Savoia, molto ammirato. Quindi le parole sulle Europee, l’allarme terrorismo e il caso Bari. Fuori programma l’incontro con un gruppo di lavoratori dell’Unilever


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. L’arrivo in elicottero, atterrato e poi ripartito dalla Scuola allievi carabinieri di Campobasso. L’ingresso al Teatro Savoia “bellissimo, non ero mai stata qui”, le parole che il presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha pronunciato dopo aver a lungo ammirato gli affreschi, faccia all’insù mentre era seduta accanto al ministro per il Sud Raffaele Fitto, prima di salire sul palco per presentare e poi firmare con il governatore Francesco Roberti l’Accordo di sviluppo e coesione da 445 milioni di euro.

“Sono fondi che servono per le infrastrutture del territorio, per il tessuto produttivo, per le aziende che sono quelle che con i loro lavoratori portano ricchezza – le sue parole quando al termine dell’incontro si è fermata con i giornalisti davanti al Teatro – Diamo attenzione al turismo, alla valorizzazione dei beni culturali perché ci sono dei terreni che non vengono secondo me adeguatamente valorizzati in una regione come questa. Ci occupiamo di produzione di energia, di diritto allo studio, di innovazione e di tradizione. Questo è un accordo molto importante su materie strategiche e sono molto fiera di poter lavorare ai vari livelli istituzionali con la Regione e i sindaci, tutti quanti hanno lavorato per permettere a questo territorio di competere ad armi pari”.

Parole che si aggiungono a quelle pronunciate nel suo intervento al Savoia. Tutto ‘a braccio’. In cui ha parlato del Molise come “di una regione piccola, ma con tanta voglia di fare”, e sui temi della sanità ha ripreso una questione sollevata dal presidente della Regione Francesco Roberti. “Bisogna lavorare per uscire dal commissariamento della sanità, in 20 anni non ha prodotto quello che ci aspettava ma ha anche negato il diritto alla salute”.

Dai temi regionali a quelli politici, partendo dalle Elezioni. “Non ho sciolto nessun nodo sulle Europee – ha detto Meloni rispondendo a una domanda – ma basta con ‘ste Europee, quando deciderò voi sarete i primi a saperlo, ma la materia oggi non mi interessa”.

A interessarla è invece l’esito della guerra tra Russia e Ucraina e i timori per l’escalation del conflitto dopo l’attentato terroristico a Mosca. “Le accuse di Putin a Kiev fanno paura? Se avessimo dovuto spaventarci delle dichiarazioni ci saremmo già spaventati da un pezzo – ha affermato – Penso che il clima non sia cambiato rispetto a quello che è accaduto fino ad oggi, significa chiaramente che noi dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro. La capacità di deterrenza che l’Europa, l’Occidente sono stati in grado di mettere in piedi sono in realtà la garanzia migliore che abbiamo a che non ci sia un’escalation e, come ho sempre detto, è il lavoro che fa il Governo italiano. Anche alla fine del Consiglio europeo mi è stato chiesto, io non vedo un clima cambiato rispetto a quello che è accaduto negli scorsi mesi”.

Poi le questioni più strettamente italiane, con il caso Bari. Penso che le accuse rivolte al ministro Piantedosi siano francamente vergognose, penso che il ministro Piantedosi abbia agito correttamente – ha affermato Meloni, difendendo il capo del Viminale – Le accuse di utilizzare politicamente questi strumenti li rinvio al mittente. Noi non abbiamo fatto alcuna forzatura, avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che, sarebbe stato disposto nella stessa condizione, per qualsiasi altro Comune italiano”.

Prima di lasciare la città la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è fermata ad incontrare i lavoratori dell’ex Unilever di Pozzilli, che stamattina hanno manifestato davanti alla Prefettura. Una sessantina i dipendenti che rischiano il posto di lavoro, dopo che si è arenata la procedura per la riconversione dello stabilimento.

I lavoratori, che saranno in cassa integrazione fino a fine anno, hanno consegnato una cartellina alla Meloni, con all’interno la cronistoria di quanto accaduto e hanno chiesto alla premier il suo interessamento. “Vogliamo solo lavorare”, hanno detto alcuni di loro alla presidente del Consiglio che ha assicurato che studierà la vicenda e ha risposto: “Faremo tutto quello che si può fare, anche io voglio che voi lavoriate”.

Un fuori programma, così come fuori dal protocollo è stato, all’arrivo al Savoia, l’incontro con i cittadini in attesa fuori dal teatro. Per strette di mano, foto e selfie.

Carmen

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