La conferenza stampa per lanciare un messaggio chiaro. Sciuli: “Tutti i comuni devono essere serviti, senza pensare al profitto e al guadagno. Ci batteremo a Roma”


ISERNIA. Salvare Poste italiane e lasciare una parte della proprietà allo Stato. Questo l’appello lanciato dalle sigle sindacali e accolto anche da Anci. In particolare, da Pompilio Sciulli, presidente della sezione molisana dell’associazione.

Il Segretario della SLP-CISL Molise, Antonio D’Alessandro, ha illustrato con precisione le ragioni per cui l’operazione di privatizzazione si configura come antieconomica e ricca di incertezze. Ha evidenziato l’importanza della garanzia del servizio su tutto il territorio nazionale, la gestione dei dati sensibili e la responsabilità nella gestione dei milioni di euro dei cittadini. Le Organizzazioni Sindacali del Molise hanno proseguito il loro impegno nell’opera di coinvolgimento delle istituzioni locali. In precedenza, il Consiglio Regionale del Molise ha votato all’unanimità una delibera che incarica il Governatore Roberto di esprimere la propria opposizione alla privatizzazione di Poste Italiane nel contesto del Consiglio Stato-Regione. Ora, anche l’Associazione dei Comuni Molisani ha manifestato la propria contrarietà, unendosi al coro di voci che si oppongono a questa iniziativa. La SLP-CISL Molise, conclude Antonio D’Alessandro, “rimane impegnata a difendere i diritti dei lavoratori e a garantire che i servizi postali restino efficienti e accessibili a tutti i cittadini, mantenendo un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti interessate”.

“L’appello è stato raccolto dall’Anci Molise, quindi dai 136 comuni molisani, non solo per lasciare una parte, ma per avere la maggioranza assoluta dell’azionariato pubblico su Poste, perché si tratta di un servizio pubblico”. Spiega il presidente durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina, 30 aprile, presso la Sala Gialla della Provincia di Isernia. Poi Sciulli sottolinea che “c’è un’ottima collaborazione con la sede centrale di Poste e con l’Anci, in particolare con l’Anci Molise. Tutti i comuni molisani sono stati, sono serviti e dovranno continuare a essere serviti. È un problema sociale, non tanto del privato, che – come giustamente rappresentavano i sindacati in conferenza stampa – gestisce le azioni, gestisce il profitto. Poste ha sempre fatto una via di mezzo, ha si guardato il profitto, ma nello stesso tempo ha guardato anche l’aspetto sociale. Per questo è stata una società pubblico-privata che ha sempre fatto l’interesse privato assieme all’interesse pubblico, e così dovrà essere continuato a fare, è nell’interesse di tutti”.

“Io mi batterò, mi farò portavoce a Roma di queste istanze. Il Molise è composto da per l’ottanta percento dai comuni sotto i 3mila abitanti, che devono essere assolutamente serviti. Ma non ho dubbi su questo, perché i rapporti che intercorrono con Poste, ripeto, sono sempre stati buoni. Certo loro adesso hanno stanno adottando un’altra politica, ma come Anci abbiamo un presidente nazionale, Antonio Decaro, che sicuramente si farà portavoce dei nostri interessi”.

Concretamente, se dovesse andare in porto questa privatizzazione, qual è il rischio? “Che si guardi sempre all’affare privato, al business, a discapito del servizio. Il Comune varrà sempre meno perché si guarderanno sempre i profitti, per ogni emergenza, per ogni cosa, questo non va bene. Proprio per questo ci sono battaglie come quella che stiamo presentando oggi, con i sindacati giustamente uniti, con le tre sigle Cgil, Cisl e Uil e anche con i rispettivi politici nazionali a farsi da portavoce”.