Oggi il presidio davanti al cementificio di Guardiaregia, dove circa una settimana ha perso la vita Claudio Amodeo. L’altro al nucleo industriale di Termoli


GUARDIAREGIA/TERMOLI. Cordoglio profondo e rabbia: sono i sentimenti che questa mattina hanno animato il presidio allestito davanti alla sede del cementificio di Guardiaregia per dire basta alle morti sul lavoro. È stato quello, una settimana fa circa, lo scenario della tragedia costata la vita a Claudio Amodeo, operaio di Vinchiaturo.

In tanti hanno risposto all’appello di Cgil e Uil che hanno proclamato per oggi uno sciopero di 4 ore a sostegno della sicurezza del lavoro, per una “giusta riforma fiscale” e per “un nuovo modello sociale di fare impresa”.

“È inaccettabile – hanno ribadito i segretari di Cgil e Uil Paolo De Socio e Tecla Boccardo – assistere ogni giorno a incidenti che si verificano sui luoghi di lavoro e che troppo spesso portano al decesso di lavoratori e lavoratrici, padri e madri di famiglia. In queste ore, insieme alle categorie della Fillea e della Feneal, stiamo provando a stare vicini alla famiglia del lavoratore deceduto, alle famiglie dei colleghi coinvolti e abbiamo dato la massima disponibilità per rispondere alle esigenze immediate dei lavoratori che continuano a operare in fabbrica in una condizione morale e psicologica comprensibilmente compromessa”. 

L’altro presidio, in Molise, si è tenuto nella zona industriale di Termoli – davanti ai cancelli della Stellantis – dove il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie è legato agli sviluppi di trattative politiche e sindacali che sono in corso con diverse industrie.

Davanti ai cancelli dello stabilimento di Guardiaregia anche la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli. “Non è stato facile neanche per i segretari regionali di categoria esprimere rabbia e vicinanza ai lavoratori – ha affermato – Io con loro, con la famiglia di Claudio Amodeo e con le famiglie dei suoi colleghi, chiamati a lavorare in condizioni difficili. Oggi lo stabilimento deve garantire la massima sicurezza sul lavoro e noi, parte politica, dobbiamo aiutare. Aiutare a non chiudere, ma anche a non morire. Così la giornata di sciopero serve per dire basta alle morti bianche e per invocare una riforma fiscale equa che promuova un modello sociale diverso di fare impresa. I lavoratori non sono semplici numeri sacrificabili per il profitto e la sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità in tutte le agende politiche, aziendali e sindacali. È essenziale affermare il diritto a un lavoro sicuro, stabile e dignitoso”.