Le dichiarazioni del governatore del Molise, oggi impegnato a Roma, che ha chiesto anche di ridare più operatività alle Province, modificando la legge Delrio
CAMPOBASSO. “Oggi, in Conferenza Stato-Regioni, abbiamo espresso l’intesa sul decreto che ripartisce 4 miliardi destinati alle Regioni per investimenti in sanità. E’ un fatto importante che attendevamo da quando, a dicembre dello scorso anno, abbiamo raggiunto con il Governo un accordo proprio per tale scopo”. E’ quello che ha dichiarato il governatore del Molise Donato Toma, che oggi ha presieduto la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“E’ il segnale che quando si agisce sulla base della concertazione istituzionale e con il coinvolgimento diretto delle Regioni – ha aggiunto Toma – si possono raggiungere traguardi importanti. Un metodo fruttuoso che il Governo dovrebbe tenere in maggiore considerazione anche in altri settori. In questo caso, poi, questa Intesa ha una valenza particolare perché avvierà, subito dopo l’emanazione della delibera Cipe relativa a tale riparto, una serie di interventi di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico delle strutture sanitarie che, come sappiamo, in molte situazioni, sono vetuste e obsolete”.
L’intesa di oggi oltre a ripartire 4 miliardi alle Regioni prevede l’accantonamento di una riserva di ulteriori 695 milioni di cui 60 per la realizzazione di 6 Centri di eccellenza per sviluppare una rete nazionale in grado di effettuare attività di ricerca, produzione e trattamento del paziente affetto da patologie tumorali eleggibili alla terapia genica CAR T-Cell (che saranno assegnati con un successivo provvedimento) e 635 milioni quale riserva per interventi urgenti.
E Toma ha anche lanciato un appello a ridare un nuovo ruolo alle Province. In relazione al tavolo di riforma Toma ha chiesto di rivedere la legge Delrio. “Noi sosteniamo che la norma va rivista completamente – ha detto il presidente della Regione – che le Province non possono essere lasciate in questo limbo, quindi devono essere rilanciate. Fermo restando che le Regioni che si sono organizzate e hanno avviato un modello di organizzazione delle funzioni e dei finanziamenti di ciò che prima era di competenza provinciale, debbono essere mantenuti”.
Nessun riferimento, invece, ai temi strettamente politici. Quelli – ha concluso Toma – li lascerei fuori dalla Conferenza delle Regioni”.
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