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Il grande caos degli asili: ripartenza a settembre. Ma le riaperture restano incerte

Molte strutture stanno pensando di riconvertirsi o di cessare l’attività, in mancanza di linee guida precise che sono arrivate solo ieri. Per la Azzolina è “un altro tassello importante in vista della ripresa”, ma non è tutto oro ciò che sembra. E a pagarne le spese sono i più piccoli, ancora una volta


ROMA. Via libera dalla Conferenza unificata al documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza, già da settembre, dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia per la fascia 0-6 anni. “Si tratta di un altro tassello importante in vista della ripresa di settembre – commenta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina – stiamo lavorando ogni giorno, senza sosta, per riportare tutti a scuola, dai più piccoli ai più grandi. Già con il documento del 26 giugno, il Piano per la ripartenza di settembre, avevamo dato indicazioni per la scuola dell’infanzia, con il documento approvato oggi allarghiamo ai più piccoli. Le bambine e i bambini sono quelli che più hanno sofferto il periodo di chiusura, a tutti loro stiamo riservando particolare attenzione per la ripresa, penso anche all’organico in più che garantiremo proprio per far sì che il loro sia un rientro sereno e in sicurezza”.

Il testo prodotto fornisce indicazioni organizzative specifiche per la fascia 0-6 affinché si possa garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, assicurando sia i consueti tempi di erogazione, sia l’accesso allo stesso numero di bambini accolto secondo le normali capienze. Particolare attenzione – si legge in una nota del ministero – viene data al benessere delle bambine e dei bambini: ci saranno gruppi/sezioni stabili organizzati in modo da essere identificabili, con l’individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore, con lo scopo prioritario di semplificare l’adozione delle misure di contenimento conseguenti a eventuali casi di contagio e limitarne l’impatto sull’intera comunità scolastica. L’organizzazione degli spazi prevede aree strutturate, nel rispetto delle esigenze della fascia di età, anche attraverso una diversa disposizione degli arredi, affinché si possano realizzare le esperienze quotidianamente proposte, nel rispetto del principio di non intersezione tra gruppi diversi, utilizzando materiale ludico-didattico, oggetti e giocattoli assegnati in maniera esclusiva a specifici gruppi/sezioni. In particolare, dovrà essere valorizzato l’uso degli spazi esterni e di tutti gli spazi disponibili che potranno essere `riconvertiti´ per accogliere stabilmente gruppi di relazione e gioco. Per garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, laddove necessario, i sottoscrittori del documento, ciascuno secondo le proprie competenze in materia di Sistema integrato 0-6, si impegnano a verificare la possibilità di individuare ulteriori figure professionali, di prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni e di assegnare dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili.

Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia statali il ministero si sta già adoperando per un incremento dell’organico e si prevedono anche momenti di formazione/informazione specifica del personale. Inoltre, si pone attenzione ai momenti dedicati all’accoglienza che, compatibilmente con gli spazi a disposizione, è preferibile organizzare all’esterno, prevedendo possibilmente punti di ingresso e uscita differenziati. Un solo genitore potrà accompagnare i bambini, nel rispetto delle regole generali di prevenzione dal contagio, incluso l’uso della mascherina durante tutta la permanenza all’interno della struttura. Per favorire le misure organizzative idonee alla limitazione del contagio, si potrà tenere un registro delle presenze delle eventuali persone che accedono alla struttura. Per quanto riguarda l’accesso dei più piccoli alle strutture educative, non sarà necessaria la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso, ma bambini e personale non dovranno avere sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37.5, non dovranno essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni né a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni. L’igiene personale dovrà essere integrata nelle routine che scandiscono normalmente la giornata dei bambini per l’acquisizione di corretti e rispettosi stili di comportamento, compatibilmente con l’età e con il loro grado di autonomia e consapevolezza. Per i bambini di età inferiore a 6 anni non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina, mentre tutto il personale è tenuto all’utilizzo corretto di dispositivi di protezione individuali: mascherina e visiere, soprattutto nel cambio dei pannolini e negli altri momenti di avvicinamento necessario.

Insomma, tutto sembra essersi sistemato. O forse no. “Se entro il 31 luglio non arriveranno le linee guida del governo, sarà ben difficile che i nidi riaprano a settembre, con grave danno per i bambini e i loro genitori”, questo l’allarme che era stato lanciato da Silvia Traversi di ‘EduChiamo’, comitato che riunisce centinaia di asili nido privati in tutta Italia. Lo stesso grido dell’Alleanza delle cooperative sociali dell’Emilia-Romagna: “In assenza di linee guida i servizi per la fascia 0-6 non riapriranno”. “Il 15 per cento delle strutture private, lo sappiamo, non riaprirà – ha detto la Traversi – Molte hanno dovuto restituire le rette, molti operatori non hanno ricevuto gli ammortizzatori sociali. Un disastro. Non pochi stanno provando, giustamente, a riconvertirsi. Là dove c’era un nido ci sarà un baby parking o una ludoteca. Ma riducendo così, ancora di più, l’offerta di asili nido, già così pochi in Italia”.

Di fatto, si è atteso fino all’ultimo giorno per fornire risposte concrete: intanto, nei giorni scorsi per le graduatorie di accesso ai nidi è scoppiato il caos. A Roma si è specificato che se con le indicazioni delle linee guida dovesse diminuire il numero di bambini consentito per educatore, le liste dovranno essere riviste in senso restrittivo, aumentando gli esclusi. A Milano il Comune ha annunciato che in assenza di indicazioni chiare da parte del governo, la capienza di nidi e materne sarà ridotta del dieci per cento. Ben tremila bambini rischiano di non poter tornare a scuola. Coraggiosa Palermo, invece, dove il comune ha annunciato la riapertura dei nidi dal 7 settembre già una settimana fa, senza aspettare le indicazioni del governo. Giovanna Marano, assessore all’Istruzione, ha spiegato: “Nei nidi il distanziamento è impossibile, diciamolo, la nostra strategia, in attesa delle indicazioni ufficiali, sarà quella di tracciare famiglie e soprattutto educatori”.

I più piccoli per ultimi, la scuola per ultima. Le priorità sono state e continuano ad essere altre: com’è stato nel lockdown, nella ripresa e com’è ancora oggi, a un mese dalla presunta riapertura che tanto il Governo sta spingendo come obiettivo primario. A parole. E a pagarne le spese sono i bambini, ancora una volta.

Pierre

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