I cittadini protestano e il Municipio riscontra l’uso improprio di un’abitazione, tra l’altro inagibile, che veniva affittata a trans e prostitute
PESCHE. Il Comune chiude la ‘casa chiusa’. Nonostante il gioco di parole, si tratta di un episodio realmente accaduto a Pesche, nel piccolo Comune in provincia di Isernia. Con un’ordinanza del responsabile dell’area tecnica, la n.8 del 25 giugno, viene attestata – a seguito di lettera di denuncia firmata da tre cittadini – l’uso improprio di un’abitazione. In particolare, il proprietario avrebbe ricavato dai garage del piano seminterrato tre mini appartamenti inagibili, i quali venivano fittati a trans e prostitute. A quanto pare, i ‘professionisti del piacere’ utilizzavano queste abitazioni anche come casa per appuntamenti. Ricevevano lì i loro clienti, lontano da occhi indiscreti. Anche se più di qualcuno si sarà insospettito, considerato il continuo via vai. Adesso però hanno dovuto lasciare i mini appartamenti e trasferire i loro affari altrove. Il proprietario, infatti, avrà novanta giorni di tempo per mettere in regola le abitazioni, considerato il fatto che sono state riscontrate diverse irregolarità. Il seminterrato, ad esempio, si compone di tre unità abitative laddove il progetto autorizzato ne prevedeva soltanto due. Ma non solo. Gli appartamenti risultano anche sprovvisti del certificato di agibilità. I vani ricavati dai garage sono anche scarsamente illuminati da luce naturale e privi di sistemi si aerazione. Viene da pensare, dunque, che trans e prostitute ‘lavoravano’ e vivevano anche in un contesto dalle condizioni igieniche precarie. Ad ogni modo, si tratta di un duro colpo sia per gli affari delle ‘professioniste del sesso’, sia per il proprietario di casa, che non riceverà più i proventi derivanti dall’affitto degli appartamenti.
