HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLILetture gustose al Castello di Macchiagodena con i Borghi della Lettura

Letture gustose al Castello di Macchiagodena con i Borghi della Lettura

L’esperienza emotiva narrata da Marilena Ferrante


di Marilena Ferrante

Il 2018, Anno dei Cibo italiano, nasce da una direttiva del Ministro per esaltare il patrimonio enogastronomico italiano e la cucina di qualità, rendendoli strumenti di scoperta di una parte fondamentale del nostro patrimonio culturale. Patrimonio ricchissimo, grazie alla differenziazione dei sapori e delle varietà degli stessi alimenti, figli della straordinarietà geografica e storica dell’Italia.

Nasce per promuovere una conoscenza e una fruizione del territorio sostenibile mirata – come da  Piano Strategico del Turismo– a veicolare differentemente i flussi turistici. L’impegno del MiBACT  – nell’esaltare il cibo italiano come grande attrattore per il turismo internazionale – è di progettare, implementare itinerari di offerta turistica interregionali; tutti legati a forme di attrattività enogastronomica, agricola e culturale. Una visione strategica, promossa ulteriormente da un brand di qualità come il Made in Italy, incentiva ed incrementa condizioni favorevoli per consolidare e rilanciare tutte le diverse attività legate alla filiera del comparto turistico.

Una presa di coscienza del valore del nostro patrimonio enogastronomico che integra ambiente, paesaggio, artigianato e cultura; che sottolinei con più evidenza l’importanza del cibo per salute e qualità del vivere, per una maggiore sostenibilità dei territori nella produzione alimentare e nell’innovazione ma sempre con un occhio di riguardo alla tradizione.
I Borghi della lettura in collaborazione con l’amministrazione comunale di Macchiagodena, il 23 settembre , in linea con quanto espresso nella direttiva del MiBACT, ha organizzato un evento enogastronomico e letterario nella splendida cornice del castello medievale di Macchiagodena, sede nazionale dei Borghi della Lettura, network culturale presente in diverse regioni italiane ed ideato da Roberto Colella e Davide Vitiello .

“Letture gustose” così denominato l’evento, aprirà i battenti alle ore 16,00 presso il Castello di Macchiagodena dove si potranno incontrare circa dieci aziende di produzione e di turismo del Molise che faranno conoscere i loro prodotti e le loro specificità attraverso stand enogastronomici che cureranno il palato dei buongustai a spasso lungo il percorso del castello.

A ciò si associeranno interventi di esperti del settore e una delegazione del Comune di Biccari (FG) che esporrà la loro personale esperienza nel settore enogastronomico con strumenti innovativi che illustreranno in tale sede.

Anche la letteratura sarà di casa con performace di letture espressive e recitative di testi letterari legati al cibo come valore espressivo della evoluzione sociale , culturale e di costume nel tempo e nella storia.

Come non ricordare, in questa occasione La cena di Trimalchione ,  un lungo episodio (dal capitolo 27 al capitolo 78) del Satyricon di Petronio che, a differenza della maggior parte del romanzo, tramandatoci in modo soltanto parziale, è giunto integro fino a noi e racconta la cena-spettacolo a casa del liberto Trimalchione (o Trimalcione) cui assistono, più che partecipare, i tre protagonisti dell’opera, Encolpio, Ascilto e Gitone. Nell’economia del romanzo la Cena, che non determina alcun avanzamento nella storia di Encolpio e dei compagni, costituisce di fatto una pausa, nella quale l’autore offre uno spaccato  (grottesco ed efficacissimo)  della società del tempo . I personaggi che vi partecipano sono infatti la rappresentazione, a volte realistica a volte caricaturale, di alcune tipologie umane che dovevano animare la vita delle città campane nel I secolo d.C.

Primo tra tutti, Trimalchione è l’emblema del “servo arricchito”, cioè del liberto  che è riuscito ad accumulare notevoli ricchezze, ma che non sa come usarle (se non per farne sfoggio di fronte ai suoi ospiti) e che si dà arie da raffinato poeta, pur essendo rozzo e ignorante. Trimalchione, insomma, vorrebbe essere ciò che non è, e quindi risulta ridicolo o persino grottesco. Parimenti i suoi convitati, che sono anch’essi liberti o parassiti affamati, si improvvisano retori o poeti, ma in realtà sembrano interessati soprattutto alle gioie del cibo e del sesso.

Durante la cena si intavolano quindi discorsi apparentemente seri ed elevati sul senso della vita e della morte, ma si finisce poi per raccontarsi soprattutto storie scabrose o persino macabre, e ci si abbandona al vino e agli incontri erotici. Da un certo momento in poi si annullano anche le apparenti distinzioni di classe sociale e i liberti arricchiti fanno comunella con la servitù; il gruppo dei veri letterati, capeggiato dal retore Agamennone, rimane in silenzio, ma la sua presenza stimola tutti gli altri a fingersi colti e interessati a temi di letteratura o di arte.

Questo per affermare quanto il cibo abbia rappresentato, nel corso dei secoli, il vessillo etico e la costante modulazione dei comportamenti umani e delle fogge etico-sociali del contesto storico.  

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