HomeSenza categoriaMazzuto: altro che poltrone, continuo a lavorare. Mai messo in discussione la...

Mazzuto: altro che poltrone, continuo a lavorare. Mai messo in discussione la fiducia al presidente Toma

L’assessore leghista, revocato insieme agli altri 4 colleghi dell’esecutivo, non pensa al ‘tagliando’ di Giunta: “Il momento è difficile, da parte mia impegno a testa bassa per i molisani”


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Luigi Mazzuto resta fiducioso nel presidente Toma.

{loadmodule mod_banners,Banner in article google}

Lo afferma nonostante la revoca, in toto, della Giunta regionale – di cui era parte fino a giovedì sera, 16 aprile – con un autentico blitz del governatore, a quattro giorni dal voto sul bilancio. Un’azione fulminea ma condivisa negli intenti, tuttavia, da 4 assessori su 5: Toma ne ha chiesto le dimissioni, loro hanno firmato. Tutti tranne l’esponente leghista, che si era riservato di decidere e che, secondo indiscrezioni, sarebbe a fortissimo rischio di estromissione. Del resto, Mazzuto è componente esterno dell’esecutivo e in Consiglio non rientra, a differenza dei colleghi.

Perché non mi sono dimesso? Assolutamente non c’entrano le poltrone – dichiara al telefono con isNews – Premesso che la mia decisione sarebbe stata comunque ininfluente sulle dinamiche e le ricadute che interessano il Consiglio regionale, volevo un po’ più di tempo per porre la questione politica all’interno del partito, cui rispondo. Ma se il presidente ha deciso di revocare la Giunta nella sua interezza, ne prendo atto tranquillamente. La mia fiducia in lui non è mai stata in discussione”. Del resto, a onor del vero, quando nel luglio 2019 fu la maggioranza di centrodestra, con in testa l’ex leghista Aida Romagnuolo a chiedere, anzi a pretendere un passo indietro dell’assessore, egli rimise il mandato nelle mani di Toma. In aula c’era una mozione di sfiducia, che terminò 10 pari. Il governatore aprì la fase della verifica con i partiti e Mazzuto rimase al suo posto: fino a due giorni fa.

Eppure, l’assessore di Isernia giura che i rapporti con Toma sono “sereni e improntati alla massima condivisione delle azioni: nella delibera da 57,7 milioni di euro approvata proprio giovedì pomeriggio, all’unanimità, ci sono infatti azioni importanti, afferenti anche al mio assessorato”. Lui, dunque, nell’attuale fase di emergenza sanitaria e, consequenzialmente economica, preferisce “lavorare a testa bassa. La priorità sono i molisani, le loro esigenze legate al mondo del lavoro, al sociale. Le polemiche, lei mi conosce e lo sa, non hanno mai fatto per me. Continuo a impegnarmi per i molisani, il momento è difficile ed è giusto che io, come tutti, faccia la mia parte”. Un compito delicato più che mai, in un momento in cui sono arrivate in Regione qualcosa come 6mila domande di cassa integrazione in deroga, per le quali l’assessore si è impegnato a reperire risorse, in più riprese, con il governo centrale: prima 6 milioni di euro, ora la promessa di una cifra di pari importo, di prossimo sblocco. Ma non basta: ne servono altrettanti, anzi di più. Con 26 milioni di euro Mazzuto ritiene si possa soddisfare tutta la platea dei richiedenti: una stima del fabbisogno che ha formalizzato presso il ministero del Lavoro e per la quale gli interessa portare a casa il risultato. “Non mi è mai piaciuto troppo fare annunci: ho sempre cercato di parlare a dati acquisiti, quando i tempi sono maturi”, argomenta.

Un momento difficile per il Molise, sottolinea. Ma allora perché l’assessore al Lavoro potrebbe essere rimosso proprio adesso? Forse perché il peso della Lega, ormai non più rappresentata in Consiglio regionale dopo la cacciata delle ‘ribelli’ Aida Romagnuolo e Mena Calenda, si è drasticamente ridotto anche a livello nazionale? Riavvolgendo il nastro agli ultimi mesi, l’ex ministro Salvini, ad agosto, ha tentato la spallata a Conte ed è finito all’opposizione; poi a gennaio di quest’anno, ha perso le elezioni in Emilia Romagna.

“Sono fatti accaduti e sono noti a tutti – taglia corto Mazzuto – Certo è che un eventuale ruolo della Lega, nella giunta di centrodestra, è un tema politico che il presidente saprà come affrontare”. Sui ‘numeri’ della Lega, invece, l’assessore non parla. Certo è che alle Regionali del 2018, quando Toma divenne presidente, il partito di Salvini registrò 11.956 voti, in Molise, pari all’8.2 per cento. Con qualcosa come 4.070 voti di lista. Cifre importanti, che risultarono comunque determinanti per la vittoria. La Lega, allora, vedeva un uomo solo al comando, anche in regione: l’assessore e coordinatore regionale Mazzuto, sostituito ad ottobre dal deputato lombardo Jari Colla. “Il doppio ruolo? Impossibile continuare – non rimpiange nulla, Mazzuto – Sono entrambi molto, molto impegnativi. La scelta in Molise è stata fatta nell’interesse di dare maggiore spinta, maggiore slancio al partito. Non c’è altro da dire”.

Insomma, prima il bilancio – senza l’assessore leghista in aula – poi si tireranno le somme. “Una manovra poderosa – così Mazzuto, a fine telefonata – una delle tante cose importanti fatte in questi anni. Personalmente, ricordo i 41 milioni stanziati nel Piano sociale 2020-2022. Soldi che possono fare la differenza, ora più che mai, per aiutare i comuni nella fase d’emergenza. La politica – conclude – verrà dopo. Lo ha detto, giustamente, anche il presidente Toma”. Il quale, dai microfoni di Telemolise, ha parlato di un ragionamento più ampio con la pozione della Lega, per la quale si è aperto un confronto proprio con Jari Colla. Se ne seguirà una riconferma, per Mazzuto, è ancora presto per dirlo.

Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale

isNews è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, invia ISCRIVIMI al numero 3288234063 e salvalo in rubrica!

Più letti

Campobasso, i ‘Numerandia’ dal Colozza al Kangarou 2024

Le gare nazionali di Coppa Ecolier si sono tenute a Cervia CAMPOBASSO-CERVIA. Grande soddisfazione per l'Istituto Comprensivo Colozza di Campobasso che ha rappresentato il Molise...
spot_img
spot_img
spot_img