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Strisce blu, braccio di ferro tra Comune e Aj Mobilità: senza contratto zero euro per le casse dell’ente

Da palazzo San Francesco ritardi nella predisposizione dei documenti e mancata concessione di 110 parcheggi al coperto. La ditta di Spoleto, aggiudicataria del servizio, pare determinata a non versare il dovuto finché non vi sarà una riparametrazione degli accordi con probabile aumento della tariffa oraria. Chi la spunterà? Non si esclude il contezioso


ISERNIA. Si è trasformata in una prova muscolare tra il Comune di Isernia e la ditta Aj Mobilità la vicenda relativa alla gestione delle soste blu nel capoluogo pentro.

Allo stato attuale, l’ente di palazzo San Francesco non ha ricavato neanche un euro dall’esternalizzazione del servizio, se non i soldi delle multe elevate per le quali non ha corrisposto alla ditta umbra la percentuale spettante di 7,99 euro a verbale. Del canone annuo per un minimo di 162mila euro, da ricevere in tranche semestrali, neanche l’ombra.

All’origine dell’impasse una inadempienza contrattuale e non solo. Il Comune, ad un anno dall’aggiudicazione dell’appalto per i parcheggi a pagamento, non ha ancora provveduto alla stipula del contratto, nonostante sia in possesso della documentazione necessaria – ha riferito ieri il sindaco Giacomo d’Apollonio in assise – già dall’agosto del 2019. Ma da parte dell’ente sussiste anche la mancata messa a disposizione, all’Aj Mobilità, dei due parcheggi coperti dell’auditorium e di via Berta, per un totale di 110 parcheggi, così come previsto dal capitolato, determinando per la ditta un mancato introito.

Stante tale situazione, da luglio 2019 ad aprile 2020, la concessionaria, sulla base di un report inviato nella giornata di ieri agli uffici di palazzo San Francesco, avrebbe incassato 176.893,90 euro. Sottraendo da tale importo il canone prefissato, si ottiene un guadagno di poco superiore ai 14mila euro. Numeri deludenti per la società di Spoleto aggiudicataria dell’appalto, che quindi si rifiuta di versare l’intera cifra inizialmente pattuita, chiedendo – come precisato anche dal nuovo segretario comunale Riccardo Feola – una riparametrazione del canone stesso, non avendo potuto fruire di ben 110 posti. Verso l’alto, nulla di più facile: dagli 80 centesimi a ora a chissà quanto. 

Un braccio di ferro, dunque. Per una situazione che, probabilmente, non si sbloccherà fintanto che le parti non si siederanno nuovamente al tavolo per ridiscutere le condizioni o rescindere il contratto (se mai fosse possibile risolvere un contratto mai stipulato).

All’orizzonte, così come suggerito da un agguerrito Raimondo Fabrizio (Forza Italia) durante la seduta del Consiglio, la possibilità di aprire un contenzioso. Ma la strada al momento potrebbe essere rischiosa per il Comune di Isernia, considerate le lampanti inadempienze in capo allo stesso. Perciò lo stallo, ovvero la scelta attendista. Sperando che sia “l’avversario” a fare la prima mossa.

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