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Secchiate di soldi, un’estate da sceicchi per Frattura e la casta

CAMPOBASSO. Promesse, annunci, frasi ad effetto. In verità, sui costi della politica il centrosinistra è clamorosamente scivolato. La politica ha offerto agli occhi dei molisani il peggiore atteggiamento che si potesse mai immaginare: promettere la rivoluzione in campagna elettorale, ma salvare il salvabile e mantersi stretti stretti i privilegi una volta eletti a Palazzo. Di fatti, le indennità non sono state dimezzate, gli enti subregionali – una volta erano inutili – non sono stati cancellati, i consigli d’amministrazione sono stati regolarmente riempiti, lenzuolate di nomine – una volta erano clientelari – ad amici e conoscenti sono puntualmente arrivate, il fondo portaborse – 2451 euro netti e non rendicontabili – è stato regolarmente intascato. Insomma, dicono di aver fatto la rivoluzione ma nessuno se n’è accorto.

SECCHIATE DI SOLDI. Il 5 settembre, l’Ufficio tesoreria del Consiglio regionale del Molise ha emesso le nuove buste paga del governatore, degli assessori e dei consiglieri. Le prime dopo l’adeguamento della normativa molisana al decreto Monti sui tagli ai costi della politica. Tagli a parole, perché nei fatti non c’è stata traccia di sforbiciate e dimezzamenti. Anzi, per molti consiglieri regionali il taglio, addirittura, si è trasformato in moltiplicazione e in busta paga sono fioccati dai 400 ai 1000 euro in più, come ampiamente documentato. (Clicca qui per leggere “Costi politica, buste paga a confronto sbugiardano il centrosinistra“). Per il mese di agosto, in sostanza, il consigliere regionale semplice ‘ics’ – senza funzioni, per le quali è prevista un’ulteriore indennità – ha percepito la busta paga (7.420 euro netti), i gettoni di presenza di luglio (3.199,47 euro netti) e il tanto chiacchierato fondo portaborse (2.451 euro netti, il cui cedolino è in stampa), per un totale di 13.070,47 euro.

     

LE BALLE SUL FONDO PORTABORSE. Se n’è discusso fino alla nausea, tra rinunce, abrogazioni, annunci e smentite. Balle, vere e proprie balle. Il fondo previsto dall’articolo 7 e garantito a tutti i consiglieri regionali non è mai sparito, è rimasto lì ed è stato regolarmente intascato, anche dopo l’adeguamento al decreto Monti. Una cantonata paurosa per Paolo Frattura, governatore del Molise, che invece affermava: “L’articolo 7, che sappiamo profondamente inviso ai cittadini, non può essere oggetto di propaganda”. E aggiungeva: “La liquidazione dell’articolo 7 contrasta con quanto previsto dalla legge nazionale. Non è consentito nemmeno dalla matematica prevedere l’aggiunta dell’articolo 7 o di altre voci nei nuovi emolumenti dei consiglieri regionali, il cui tetto “onnicomprensivo” è stato inderogabilmente fissato dal decreto 174/2012, recepito dalla nostra legge regionale n.10 del 25 luglio 2013″. Una cantonata altrettanto paurosa per il consigliere Filippo Monaco, membro dell’Ufficio di Presidenza di Palazzo Moffa, che affermava: “Il tanto famoso art.7, quello che prevede il fondo per il portaborse, è incompatibile con il decreto legge 174. La legge regionale 10/13, quella che ha stabilito le indennità e gli importi spettanti ai consiglieri regionali del Molise, non contempla alcuna voce relativa al fondo per il portaborse e sono sicuro che anche l’Ufficio legale del Parlamento, interpellato dal nostro ufficio di Presidenza, lo riterrà illegittimo. Su queste ragioni poggio la mia personale certezza che l’art. 7 sia destinato a sparire definitivamente dai compensi mensili dei consiglieri”.

FINANZIAMENTO AI GRUPPI CONSILIARI REGIONALI, la moltiplicazione dei fondi pubblici. La legge nazionale parla chiaro: “L’importo complessivo da erogare a titolo di contributo annuo per il funzionamento dei gruppi consiliari, al netto delle spese per il personale, è determinato in euro 5000,00 per ogni consigliere aderente al gruppo, a cui aggiungere una somma di euro 0.05 per abitante della regione, risultante dall’ultimo censimento“. La Regione Molise ha 21 consiglieri regionali, ben 14 gruppi consiliari e soli 313.660 abitanti. Il contributo pubblico da assegnare per il funzionamento dei gruppi è stato calcolato così: 5000 euro per 21 consiglieri = 105.000 euro annui + 0.05 euro x 313.660 abitanti = 15.683 euro annui. Fin qui, tutto normale. Ma i 15.683 euro sono stati moltiplicati per 21, ossia il numero dei consiglieri regionali. Questa la singolare moltiplicazione effettuata dall’Ufficio di Presidenza: 0.05 euro x 313.660 abitanti x 21 consiglieri = 329.343 euro annui. Da aggiungere ai 105.000 euro, per un totale di 434.343 euro. Questa è la somma complessiva annua da dividere per ciascun consigliere: 434.343 euro/21 consiglieri = 20.683 euro. Insomma, in Molise con una popolazione inferiore, con 9 consiglieri regionali in meno della Basilicata e – addirittura – 39 in meno rispetto al Veneto, un consigliere ha 20.683 euro annui a disposizione per le spese di funzionamento del gruppo consiliare. In Basilicata ne ha 5.979, in Veneto 9047.

Altro che rigore, altro che demagogia e populismo: questo mare di denaro, totalmente privo di valore collettivo, ha ucciso ogni speranza. A vantaggio degli slogan, delle chiacchiare e delle balle

Palmira

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mikeante

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