ROMA. “Renzi ha definito il proprio programma ‘ambizioso’, ma più verosimilmente sembra trattarsi di una ‘mission impossible’. Non è un caso, infatti, che quanti lo hanno preceduto alla Presidenza del Consiglio, pur partendo da identiche premesse programmatiche, dopo iniziali, timidi tentativi di cambiamento, abbiano finito per accantonare ogni velleità riformatrice. La nostra obsoleta carta costituzionale impedisce di fatto (le procedure di riforma, pur previste, sono diabolicamente complesse), qualsiasi incisiva modifica dell’assetto istituzionale. I primi provvedimenti adottati dal nuovo esecutivo dimostrano inequivocabilmente quanto sia irrealizzabile quel cambiamento epocale che il Paese attende ormai da troppo tempo. Per ridurre drasticamente gli insostenibili costi della politica sarebbe necessario abolire il Senato, le Province, le anacronistiche Regioni a Statuto speciale. Il governo, non potendo contare su maggioranze qualificate in entrambi i rami del Parlamento, si è dovuto invece limitare a ridisegnarne i compiti, le attribuzioni, la composizione. Continueranno pertanto a gravare sul bilancio statale le ingentissime spese di funzionamento dei relativi apparati e noi continueremo a scandalizzarci per le mega retribuzioni dei commessi e dei barbieri, tanto per citare le categorie più chiacchierate. Inoltre, le potenti caste presenti in Parlamento e nei centri decisionali, faranno come al solito resistenza ad ogni iniziativa che possa pregiudicare i loro consolidati privilegi corporativi. Non ci resta quindi che aggrapparci ‘alla ruota della fortuna’ sperando che il nostro giovane Presidente, come per il passato, continui ad avere ‘quanto serve’ per farcela”.
Gaetano Gargiulo
