HomeNotizieCRONACATangenti a Pizzone, si torna alle indagini preliminari

Tangenti a Pizzone, si torna alle indagini preliminari

ISERNIA. Tutto da rifare. Richiesta di rinvio a giudizio e avviso di conclusione delle indagini nulli, con gli atti sul procedimento per le presunte tangenti a Pizzone che tornano nelle mani del procuratore capo Paolo Albano. E’ stata accolta dal giudice per l’udienza preliminare presso il tribunale di Isernia, Elena Quaranta, l’eccezione di nullità sollevata ieri dall’avvocato Arturo Messere, cui si sono accodati anche i legali Marco Franco e Giuseppe Stellato, inerente alle richieste di rinvio a giudizio e all’avviso di conclusione indagini. Un atto, quest’ultimo, mai arrivato alla società di Cerro al Volturno presieduta dall’imprenditore Giovanni Farrocco – l’azienda edile, difatti, non aveva nemmeno nominato un legale a propria difesa – imputato insieme all’ex sindaco di Pizzone, Michele Cozzone, per corruzione ed evasione fiscale. Saltata l’udienza, si torna indietro dunque, con il pubblico ministero che dovrà riformulare le richieste di rinvio a giudizio. L’operazione ‘Aurora’, condotta dalla Guardia di Finanza di Isernia sotto la direzione del procuratore capo della Repubblica presso il tribunale pentro Paolo Albano, che ha diretto personalmente le indagini, ha portato alla luce presunte tangenti mascherate da sponsorizzazioni calcistiche per 716mila euro; appalti affidati per dieci anni alla stessa ditta – a detta degli inquirenti, in assenza di qualsiasi concorrenza e in spregio dei principi costituzionali di buon andamento della Pubblica Amministrazione – per 3,4 milioni di euro; asseriti danni erariali nei confronti di un Comune – di soli 300 abitanti – per 895mila euro. Il “complesso sistema corruttivo”, per usare l’espressione della procura, sarebbe stato messo in piedi dal 2001 al 2011. Nei confronti dell’ingegnere Farrocco, colpito inizialmente da una misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale pentro, le Fiamme Gialle disposero un sequestro in via preventiva di un credito di 500mila euro vantato verso la Regione Molise per una serie di lavori eseguiti. Già in precedenza le attività investigative sfociarono in diversi sequestri per equivalente, sia nei confronti dei due accusati che in quelli della società, fino alla concorrenza di circa 900mila euro.

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