Ittierre, fumata nera per la cigs

ROMA. Nessuna garanzia ministeriale per una proroga della cassa integrazione straordinaria. Questo l’esito, infausto ma scontato, dell’incontro svoltosi stamani a Roma, presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla presenza delle dottoresse Francesca Cirelli e Maria Cristina Gregori della Divisione VI, della Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali, del dottor Pasquale Cerio della Segreteria dell’assessorato regionale al lavoro, del legale della procedura Benedetta Iannone, della liquidatrice Nella Caruso e dei rappresentanti sindacali nazionali e territoriali. In mancanza di prospettive certe di rilancio, non è stato possibile raggiungere alcun accordo per i 247 dipendenti dell’Ittierre spa che rischiano di essere messi presto in mobilità e per i quali, dal 3 aprile prossimo, scadrà anche la cigs. L’azienda in concordato preventivo, stante la situazione a dir poco precaria che sta interessando Oti, società facente capo all’imprenditore Antonio Rosati – che rilevato il polo tessile di Pettoranello per poi finire in carcere a Milano con l’accusa di una presunta maxi frode fiscale da 250 milioni di euro – ha preferito non rischiare: dunque, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per i 247 lavoratori. Tappa decisiva, a questo punto, sarà quella del 23 febbraio, quando si terrà un tavolo tecnico dinanzi al ministero dello Sviluppo economico. Altrimenti, l’unica speranza di ottenere una forma di intervento straordinario di integrazione salariale, come spiegato dal sindacalista della Femca Cisl Francesco Di Trocchio, risiede nell’approvazione dell’Area di crisi. La prima conseguenza della quale potrebbe essere proprio la proroga della cassa integrazione.