HomeSenza categoriaVenafro, potenziato il Pronto Soccorso 'fantasma'

Venafro, potenziato il Pronto Soccorso ‘fantasma’

SERNIA. Finisce in cronaca nazionale il caso del Pronto Soccorso di Isernia, con i medici costretti a ‘sdoppiarsi’ tra l’oberato reparto del ‘Veneziale’ e il ‘gemello’ di Venafro, dove però l’utenza è praticamente prossima allo zero.
A occuparsi dell’ennesimo caso di pessima gestione made in Molise nella pubblica amministrazione, stavolta è ‘Il Secolo XIX’, che non esita a parlare di turni da coprire nella “struttura fantasma di Venafro” (leggi l’articolo).
Sul ‘Santissimo Rosario’, infatti, come spiegato al quotidiano ligure dal dottor Lucio Pastore, ex primario facente funzioni di Isernia, gravitano mediamente 6mila pazienti all’anno. Mentre “nel Pronto Soccorso di Isernia curiamo mediamente 1.000 malati ogni 15 giorni. In quello di Venafro non arrivano quasi pazienti, se ne contano scarsi 6.000 all’anno. Siamo in undici, di cui ben sette precari. Dobbiamo riuscire a coprire già dei turni sfiancanti per garantire la corretta assistenza qui a Isernia”.
Cosa paradossale, ricorda Il Secolo XIX, il fatto che a Venafro non esistano più reparti quali pediatria, chirurgia, ostetricia e ginecologia. Come se non bastasse, non esiste reperibilità cardiologica e un solo radiologo non può assicurare il servizio sulle 24 ore per 365 giorni l’anno. “Ma ciò che fa comprendere la gravità della situazione – si legge ancora nell’articolo – per chi finisce in quel luogo è che la rianimazione è ‘assicurata’ non con la presenza del medico, ma con la reperibilità”.
Sono gli stessi medici del Santissimo Rosario a certificare la situazione di pericolosità. In primis con il dottor Ettore Annibale: “Sono almeno cinque anni che la struttura è stata depotenziata. Qui la situazione è oggettivamente pericolosa e mancano i percorsi diagnostici definiti dall’azienda”, scrive ‘Il Secolo XIX. Parole suffragate anche dalla dichiarazione della dottoressa Gabriella Monsurrò: “Quando arriva un paziente in condizioni gravi, il paradosso è che l’unica cosa da fare è trasferirlo proprio a Isernia”.
Insomma, la sconcertante situazione della sanità molisana e isernina in particolare finisce sotto i riflettori anche al di fuori dei confini regionali. Ma dall’Asrem, al solito, fanno finta di nulla.

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