E’ un periodo altalenante questo, per i mercati europei. Si respira un clima piuttosto incerto, su cui pesano ancora volatilità e la questione Grecia da chiarire e meglio decifrare. La giornata è stata caratterizzata da un mercato azionario in ulteriore ribasso a metà seduta, condizionato dal fallimento dei negoziati ieri tra la Grecia e i creditori internazionali. L’indice Ftse Mib segna ora una flessione del 2,42% a quota 22.323 punti, dopo un minimo degli ultimi tre mesi a 22.295 punti. Rischia di scivolare a 21.800 e poi a 21.750 punti. La perdita è superiore rispetto agli altri indici europei perché Piazza Affari soffre il peso dei titoli bancari. Il problema attuale è dovuto ad una congiuntura che fa aumentare e crescere lo spread, già a 148 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,3%. Il livello di guardia sta per essere raggiunto e non è sicuramente un buon momento per alcuni titoli, che stanno soffrendo per via dei mercati europei sempre più deboli e volatili.
Gioca un ruolo sicuramente cruciale il ruolo della Commissione europea, che ritiene i creditori internazionali abbiano già fatto troppe concessioni alla Grecia e che le loro richieste siano valide e abbiano un senso economico. “Siamo pronti, se ci sarà qualcosa di nuovo, a impegnarci”, ha detto il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas. “Se ci sarà qualcosa di nuovo saremo molto felici di impegnarci come mediatori per portare avanti i colloqui”.
“Gli obiettivi sono già stati significativamente abbassati. Non è una strada a senso unico”, ha aggiunto la portavoce per la politica economica della Commissione, Annika Breidthardt.
“Abbiamo ampiamente spostato i nostri limiti”, ha affermato il portavoce del governo greco, Gabriel Sakellardis, dicendo di non capire perché l’attuale proposta non debba essere ritenuta sufficiente. Tuttavia, Atene resta fiduciosa nel raggiungimento di un accordo per saldare la rata del debito con il Fmi alla fine di questo mese e non crede la che Bce farà alcuna mossa che possa danneggiare la Grecia mentre i negoziati sono ancora in corso. Il tempo a disposizione del Paese sta per scadere, come ha ricordato oggi il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Martin Jaeger. “Vedremo giovedì in Lussemburgo se c’è ancora tempo per un’intesa”. Segnali contrastanti che fanno male ai mercati e all’economia dell’Eurozona.
A Milano Unicredit cede il 3,90%, Ubi Banca il 4,69%, il Banco Popolare il 4,45%, Intesa Sanpaolo il 3,56%. Monte dei Paschi cede il 4,4% in attesa di conoscere la fisionomia dell’azionariato dopo l’aumento di capitale. Tutto il listino risente di questi ribassi, con Eni ed Enel in calo del 2% circa, come Fiat Chrysler , mentre Telecom Italia accusa un -3,75%. Giù anche Autogrill (-2,56%) e Finmeccanica (-2,78%). “La Bce e le banche nazionali sono tutte più che pronte ad affrontare la situazione, perché si sono cautelate per tempo”, ha osservato il banchiere. Nelle scorse settimane sono state registrate diverse sedute consecutive di ribasso per il future Ftse Mib che riesce tuttavia a rimbalzare dai minimi.