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Isernia muore, Frattura e mezzo centrosinistra non si vedono. Ma la città risponde all’appello di Izzo

ISERNIA. Mancavano tutti i sindaci della Provincia, tranne Angelo Camele di Bagnoli del Trigno. E mancava, naturalmente, il presidente della Regione Paolo Frattura, regolarmente invitato. Ma almeno la gente comune c’era, tanta, per dire no a politiche scellerate che distruggono le periferie adducendo finti motivi di risparmio rispetto ai grandi centri di costo, che ovviamente, non vengono toccati.

Successo per la prima manifestazione pacifica che dovrà costruire una risposta forte e unitaria contro i tagli imposti dal governo Renzi a Isernia e alla sua provincia. Non c’è dubbio che Emilio Izzo, sindacalista della Uilbac da anni impegnato nella difesa a 360 gradi del territorio, grazie alla sua iniziativa sia riuscito a sensibilizzare l’opinione pubblica e convogliare una buona fetta della rabbia e della frustrazione di un’intera comunità. Isernia non può permettersi di perdere in un sol colpo prefettura, questura e Comando provinciale dei vigili del fuoco, lo hanno capito anche tanti politici locali, che ieri  sera, nella sala convegni di Palazzo Berta, erano presenti all’incontro. Da Michele Iorio a Danilo Leva; da Filoteo Di Sandro a Luigi Mazzuto; dagli ex consiglieri al Comune di Isernia del centrodestra Gianni Fantozzi, Sonia De Toma, Domenico Chiacchiari e Giacomo d’Apollonio, ai due ‘dissidenti’ Ovidio Bontempo e Francesca Scarabeo: c’erano gli esponenti di quasi tutti gli schieramenti. Tranne il centrosinistra dei cosiddetti fedelissimi dell’ex sindaco Luigi Brasiello, non pervenuti all’appuntamento quasi che a loro, di Isernia, importi solo sedendo sugli scranni di Palazzo San Francesco. Di Frattura lo abbiamo già detto: ma ci si sarebbe stupiti del contrario.

“Molti cittadini ormai – ha esordito Izzo – sono rassegnati, disamorati e avviliti, ma io tento di tirare fuori da ciascuno di loro le ultime energie rimaste. Ma veramente i governanti credono che i molisani portino l’anello al naso? Vorrei ricordare a queste persone che la gente con l’anello al naso è anche capace di imbufalirsi, perché esasperata dalla crisi economica che sta desertificando la zona”.

La riorganizzazione in corso dell’amministrazione periferica dello Stato, insomma, pare abbia fatto drizzare le antenne ai molisani, che oggi subiscono in un sol colpo i tagli da parte del Viminale, ma domani potranno vedersi scippata l’identità di un intero territorio. A rischio è l’esistenza dell’ente Regione la quale, pian piano, rischia di essere letteralmente ‘spolpata’ dalla cieca logica politica romana, che preserva troppo spesso solo gli amici. A tal proposito Izzo non risparmia una stoccata ai politici locali, come l’ex sottosegretario Sabrina De Camillis e il governatore Frattura, che sull’argomento hanno latitato. “Certo è che non si può assistere – ha continuato il promotore dell’iniziativa – a iniziative tardive degli esponenti politici locali che scrivono a destra e a manca per ribadire la contrarietà al provvedimento. Il punto è che loro di questi fatti ne erano a conoscenza da molto tempo. Mi viene in mente l’ex deputato De Camillis, da me invitata, che oggi è il braccio destro del ministro Alfano, ovvero di colui che ha fatto il provvedimento di chiusura della prefettura di Isernia e, a caduta, di tutto il resto. C’è poi il presidente della Regione che da un lato scrive al ministro e, allo stesso tempo, prepara un riordino che accentra tutto su Campobasso”.

L’appello unanime è di resistere e organizzare un movimento che sappia coinvolgere tutta la società civile per ribadire un ‘no’ convinto ai tagli e alla disparità di trattamento rispetto ad altre Regioni simili al Molise, come la Basilicata e l’Umbria.  L’appuntamento per il prossimo incontro è fissato per lunedì prossimo, 5 ottobre, alle ore 18 presso la sala ‘Gialla’ della Provincia. Un incontro che dovrà delineare la strategia immediata da adottare, durante il quale verranno raccolte le firme per la costituzione di un comitato trasversale a difesa del territorio, per il quale sarà importante una ancor più grande partecipazione e il supporto della società civile.

“Mentre impazza la crisi in Senato cosa fanno? Preparano – conclude Izzo – la spartizione di altre poltrone dorate e privilegi. Ormai la gente non ne può più, ma non dobbiamo mollare la presa: Se rivoluzione deve esserci sarà a breve, pacifica certamente, ma vedremo di nuovo la gente per strada”. Dopo il sindacalista, si sono alternati a parlare l’ex governatore Michele Iorio, che si è detto pronto a tutto per difendere la realtà pentra, i rappresentati del movimento degli Indignati del Molise e ‘Frane Molise’ e altri esponenti della politica locale.

A far emergere qualche speranza concreta è stato l’onorevole del Pd Danilo Leva, il quale ha ribadito che l’efficacia del decreto di riorganizzazione del Viminale si avrà solo dopo i pareri vincolanti delle Commissioni parlamentari competenti. Sarà in quella sede che la delegazione molisana dovrà opporsi. Per il momento – ha evidenziato il parlamentare del Pd – non è stato deciso nulla. Per avere efficacia il decreto avrà bisogno di alcuni pareri, anche delle commissioni, ed è lì che bisognerà fare una battaglia vera. Non sarà una lotta facile, ma ci opporremo con tutte le nostre forze fino a gesti estremi. L’idea che in una provincia come questa, alla quale è stato riconosciuto lo stato di crisi per il particolare momento di difficoltà sociale, lo Stato smantelli le istituzioni è un’idea folle. Non esiste. Mi opporrò fino alla morte. Ma i cittadini si mobilitino il più possibile, ci diano forza in Parlamento. Abbiamo bisogno anche di loro”. Un chiaro messaggio, infine, Leva lo ha inviato anche al segretario del suo partito, Micaela Fanelli, ancora una volta disinteressata alle questioni ‘locali’ di Isernia, e a Frattura: “Il Molise non si illuda che può sopravvivere con una parte di se stesso in difficoltà. Può giocarsi la sua partita solo se saremo tutti alla pari“.

Anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, presente alla convention, ha sottolineato come l’unità d’intenti tra i diversi schieramenti politici e la convocazione di un tavolo nella Conferenza Stato-Regioni siano la strada maestra per salvaguardare il Molise. “Si sta smantellando una intera Regione – ha chiarito – partendo dalla Provincia di Isernia. E’ una cosa che non possiamo permettere. Dobbiamo essere tutti uniti, al di là dei colori politici, per fare squadra difendendo il nostro territorio. Si deve seguire una doppia via istituzionale. La Regione Molise deve portare in Conferenza Stato-Regioni un documento per la salvaguardia del proprio territorio. Al contempo la nostra delegazione parlamentare, unita e compatta, deve instaurare un tavolo di concertazione con il governo Renzi per trovare una soluzione a salvaguardia del Molise, anche con provvedimenti straordinari per i giovani”.

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