ISERNIA. E’ stato rinviato a giudizio per interesse privato negli atti della procedura di amministrazione l’ex commissario Ittierre Stanislao Chimenti. Lo ha deciso stamani il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Isernia, Elena Quaranta, accogliendo le richieste del sostituto procurato Federico Scioli. Prosciolti, invece, gli altri ex commissari Andrea Ciccoli e Roberto Spada (quest’ultimo difeso dall’avvocato del Foro di Campobasso Arturo Messere), che dovranno tuttavia comparire dinanzi al tribunale di Isernia per aver avallato la condotta del collega.

Chimenti, secondo le accuse, si sarebbe reso responsabile di aver disposto consulenze milionarie, talvolta superiori anche ai massimi tariffari, nei confronti dell’avvocato Donato Bruno, ex parlamentare di Forza Italia recentemente scomparso e candidato, nel 2014, a diventare giudice della Corte costituzionale. I due professionisti dividevano lo stesso studio legale a Roma, pur non essendo soci.

Secondo il pm, infatti, c’era stato interesse privato negli atti della procedura perché “con Donato Bruno, Chimenti coltivava da anni rapporti di collaborazione professionale, in forza dei quali usufruiva gratuitamente dell’immobile ubicato a Roma, in via Veneto 7 e dei servizi che facevano capo allo studio Bruno, nonché percependo periodicamente compensi dallo stesso studio”.

La vicenda finì anche sulle cronache nazionali, data la notorietà dei personaggi coinvolti. Oggi, del resto, Chimenti continua a essere un pezzo da novanta nel panorama delle procedure concorsuali e fallimentari. Non a caso, a seguito di un decreto del ministro dello Sviluppo Economico del 20 marzo 2014, è stato nominato componente del collegio commissariale delle procedure di Amministrazione Straordinaria della Tirrenia, la più grande compagnia navale italiana, e della Siremar.

Per Chimenti – assistito oggi in aula dagli avvocati Grazia Volo (già difensore di Cesare Previti e Calogero Manninio) e Leo Mercurio del Foro di Roma – la prima udienza dibattimentale si terrà il prossimo 23 marzo.

Tutto nasce da un’inchiesta partita sulla base di un esposto di ex lavoratori dell’azienda tessile di Pettoranello, condotta della Guardia di Finanza di Isernia, che nel luglio 2013 sequestrò copie di fatture e contratti di consulenza pagati dai tre commissari straordinari. Soldi che, secondo gli undici firmatari dell’esposto, potevano invece essere spesi per salvaguardare i livelli occupazionali. Com’è noto, dalla fase commissariale all’ingresso della newco di Antonio Bianchi, ben duecento dipendenti vennero tagliati. Un’ecatombe, che sfociò nell’esposto curato dall’avvocato Ennio Mazzocco. Nel mirino degli inquirenti, tra le varie cose, sarebbero finite due particolari consulenze, del valore complessivo di 3.6 milioni di euro, di cui sarebbero risultati beneficiari gli studi professionali nei quali prestavano servizio due degli ex commissari straordinari nominati dall’allora governo Berlusconi. Ovvero, lo studio Bruno/Chimenti di Roma, del quale risultava essere cointestatario (ma non socio) l’avvocato Stanislao Chimenti, nonché lo studio Spadacini/Spada di Milano, con il quale risultava essere in rapporti d’affari il dottor Roberto Spada.

L’avvocato Marco Franco, subentrato a Mazzocco, aveva richiesto la costituzione di parte civile degli ex dipendenti del polo tessile, ma il gup, su opposizione di Messere, non l’ha concessa giudicandola tardiva.

Quanto all’altra consulenza in favore di Spada, sempre Messere è riuscito a dimostrare come l’ex commissario non avesse tratto vantaggi particolari dall’affidamento dei lavori di contabilità inerenti all’Ittierre. I costi, nel suo caso, sarebbero stati infatti inferiori a quelli di mercato.

Pba