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Frattura, Ruta e Leva: i vertici della Cattolica conoscono il progetto di riordino

CAMPOBASSO. I vertici della Cattolica sapevano. Erano a conoscenza dell’ipotesi di regionalizzazione della governance della Fondazione ‘Giovanni Paolo II’. Lo dimostrano, in una nota congiunta, il presidente della Regione Paolo Frattura e i parlamentari del Pd Danilo Leva e Roberto Ruta, che non ci stanno per passare per bugiardi o, peggio, per chi ha fatto il gioco delle tre carte. E, a dimostrazione di avere informato preventivamente i vertici dell’Università circa l’importante progetto, producono due email a supporto delle loro affermazioni. Le quali, datate 26 febbraio e 1° marzo, recano la firma del professor Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’Università Cattolica. Egli, in allegato, aveva prodotto anche un parere legale a sostegno del mutamento di governance. Operazione che, sotto il profilo giuridico, veniva appunto giudicata ammissibile.

“Il confronto avviato con le istituzioni – scrivono Ruta, Leva e Frattura – le parti sociali, gli ordini professionali, le associazioni e i comitati sulla proposta di cambio della governance della Fondazione ‘Giovanni Paolo II’ non è un confronto basato su invenzioni e chiacchiere, non è irrituale né poco istituzionale: arriva al termine di uno studio di fattibilità corredato da approfondimenti giuridici e amministrativi. Non è nostro costume agire senza avere contezza della fattibilità delle nostre proposte. Se abbiamo promosso un confronto pubblico sull’ipotesi di mutamento della governance della Fondazione, lo abbiamo fatto soltanto dopo averne preventivamente accertato la praticabilità”.

Che l’ipotesi di mutamento della governance, dunque, “sia possibile e praticabile – aggiungono Ruta, Leva e Frattura – e meglio ancora ‘ammissibile sotto il profilo giuridico’, lo sa bene anche chi in questi giorni ha mostrato non solo disappunto, ma addirittura stupore per la nostra proposta, con un impegno evidentemente mirato a sbugiardare non certo noi, ma quanto noi abbiamo provato a costruire con i vertici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.  Abbiamo ricordato al rettore Franco Anelli i diversi incontri avuti nella fase di gestazione dell’ipotesi stessa: probabilmente – e ne facciamo ammenda – siamo stati troppo vaghi. Una ricostruzione più precisa sarà di supporto per tutti. Documenti e pareri agli atti aiuteranno il rettore Anelli e il direttore amministrativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, professor Marco Elefanti, e, prima di loro, noi, a ripercorrere passo passo le varie tappe della vicenda”.

In data 1° marzo 2016, e prima ancora il 26 febbraio, come si evince dalle due mail allegate (scarica in basso gli allegati in pdf), “il professor Elefanti – ricostruiscono Ruta, Leva e Frattura – inviava all’indirizzo di posta elettronica del presidente della Regione Molise un parere legale relativo alla ipotesi di cambio della governance della Fondazione. L’invio faceva evidentemente seguito a quanto prospettato dal presidente Frattura, dal senatore Ruta e dall’onorevole Leva. Il parere in questione, cioè il parere che l’Università Cattolica del Sacro Cuore chiede, riporta nelle conclusioni che l’acquisizione del controllo gestionale da parte della Regione Molise nella Fondazione è ‘ovviamente ammissibile sotto il profilo giuridico’. Chi è, dunque, che parla o agisce ‘in modo irrituale e in sede non istituzionale’? Chi formula proposte senza accurata verifica della fattibilità tecnica, economica e giuridica? Come fanno i professori Anelli ed Elefanti a sostenere che in tal senso nulla è stato presentato, quando proprio il professor Elefanti ci ha inviato un parere legale?”.

Ma i tre esponenti politici regionali non si sono accontentati. E, alle osservazioni contenute nel parere, hanno fatto seguire “un approfondimento giuridico che supera le perplessità sollevate sulla eventuale conseguente trasformazione in un organismo di diritto pubblico della Fondazione con il cambio della governance, senza mettere in discussione né le finalità istituzionali, né i riferimenti etici e morali del Centro di Tappino. Finalità, ci piace ricordarlo a noi stessi, che hanno a che fare con la salute dei cittadini molisani, con il loro diritto a cure di qualità”.

Ruta, Leva e Frattura mettono perciò le cose in chiaro: “Non è nostra la volontà politica di contrastare lo sviluppo, fino a far cessare l’esperienza dell’istituzione no-profit che l’Università e la Fondazione rappresentano per il Molise: queste sono accuse pesanti e gravi, ma totalmente infondate. Formalizzeremo la proposta – concludono i parlamentari e il governatore – della quale siamo sempre più convinti, all’Università e alla Fondazione, solo se ci sarà un’ampia condivisione da parte delle istituzioni e del partenariato con i quali ci stiamo confrontando: noi lavoriamo così”.

 

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