ISERNIA. Faceva lavorare presso la sua ditta di ortofrutta due extracomunitari, ma senza metterli in regola con un contratto. Per questo è finito nei guai un isernino, denunciato dai carabinieri del comando provinciale e dai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Il commerciante è stato ‘pizzicato’ nell’ambito di una serie di controlli per prevenire e il fenomeno dello sfruttamento del lavoro nero. Grazie alle ispezioni effettuate, i militari hanno scoperto che due extracomunitari, la cui assunzione non risultava mai essere stata regolarizzata, venivano impiegati per il trasporto e la vendita della merce. Le attività dell’Arma a tutela dei lavoratori, e negli ultimi tempi anche contro il fenomeno del caporalato, ha portato dall’inizio dell’anno in provincia di Isernia alla scoperta di irregolarità presso ben sessantacinque aziende, all’emissione di provvedimenti di sospensione per cinque attività imprenditoriali, alla segnalazione di trentaquattro lavoratori a nero e alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di cinquantatré titolari di impresa.
Dal capoluogo pentro all’Alto Molise dove, a Belmonte nel Sannio, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agnone, nel corso di un servizio di controllo del territorio, finalizzato al contrasto dei reati predatori, quali furti in abitazioni e attività commerciali,  hanno sorpreso una 30enne, pluripregiudicata arrivata in paese dall’hinterland napoletano, la quale è stata trovata in possesso di collane, bracciali ed altri monili, che la stessa ha dichiarato fosse intenzionata a vendere. Tutta la merce, sulla cui provenienza sono in corso ulteriori accertamenti, è stata sottoposta a sequestro, mentre la 30enne è stata accompagnata in caserma dove è stata deferita per attività di commercio abusivo. Nell’ambito del medesimo servizio sono stati istituiti numerosi posti di blocco in tutto il territorio alto molisano, durante i quali sono stati eseguiti accertamenti su settanta veicoli in transito, identificate novanta persone tra conducenti e passeggeri, e nei casi sospetti, come quello della 30enne fermata, sono state eseguite perquisizioni per la ricerca di refurtiva.