ISERNIA. Al via la personale di pittura di due importanti artisti molisani, Minna e Leonardo Cammarano. La mostra, ospitata dallo ‘Spazio Cent8anta – Galleria d’ arte, cultura e società’, in Corso Marcelli a Isernia, sarà presentata domani alle 11 in una conferenza stampa. La mostra è a cura di Spazio Arte Petrecca con il supporto de ‘Le Cose – Associazione Culturale’.

Al tavolo saranno presenti l’autore Leonardo Cammarano e il curatore della mostra Gennaro Petrecca. Giorni e orari d’ apertura: dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20. Chiuso il lunedì e feste nazionali. Intanto i responsabili della galleria, Donato Giannini e Gennaro Petrecca, hanno fatto sapere che saranno vicini alle vittime del terremoto che ha colpito l’Italia centrale, con eventi organizzati a supporto della campagna di sostegno degli sfollati.

Allieva di Kokoschka, Minna Cammarano Pinto si è staccata dal suo maestro per elaborare un suo stile personale. Collocandosi al di là di ogni accademismo scontato l’artista non indulge alla deformazione espressionista, piuttosto parte dal dato reale per trasfigurarlo come in una operazione alchemica attribuendo al colore, una propria valenza psichica.

Gli accostamenti onirici dei verdi clorofilliani, dei gialli zolfo, dei rossi lava, dei viola notturni, le servono per rappresentare un suo mondo interiore in cui il ritratto e il paesaggio vanno letti come una proiezione della sua anima di artista sognante, incline ora ad abbandonarsi a malinconie romantiche, ora ad evocare atmosfere misteriose ed inquietanti, altre volte, infine, capace di elevarsi verso le sfere di una pura luce che sconfigge le tenebre. Da questa felice fusione nascono i suoi dipinti pervasi di una sottile e suadente magia, evidenziata dalla tavolozza stessa che ci richiama alla mente le suggestioni alchemiche, esoteriche di Odilon Rodon, il senso della sintesi ed il decorativismo raffinato di Guaguin.

Nell’effigiare le perone care, l’artista si affida alla dimensione della memoria e dell’intimismo, riuscendo a cogliere l’essenziale, a penetrare nel profondo dell’anima eliminando tutto ciò che è superfluo e banale: da qui ‘Ricordando mia Madre’, dove il volto della pittrice Elena compare fra fiori simbolici ed il ‘Ritratto di Ermanno Pinto con il bavero rialzato’, dove il marito dell’artista e’ reso con una spatolata sintetica, densa di succhi interiori. Nel ritratto ‘La strega’ l’artista ci propone una fattucchiera di Torella del Sannio che non rivela niente di sinistro, anzi delineata con una tenerezza che la rende simile ad una rugosa ava intenta a raccontare fole davanti al camino nelle sere d’inverno.

Nato a Napoli nel 1930, Leonardo Cammarano, ha vissuta tra la Campania e Torella del Sannio. Ha studiato medicina presso l’Università di Napoli fino al 1950. Si trasferito poi in Francia e dopo in Spagna con due borse di studio di pittura della durata di un anno ciascuna. Ha seguito anche un corso estivo di arti figurative nella fortezza di Salisburgo con Kokoschka. Ha esposto sue tele, sia in mostre personali che in collettive, a Siviglia, Parigi, Napoli, Roma. Si è laureato in filosofia con una tesi su Renato Cartesio, Ha collaborato a diverse riviste di cultura. Ha svolto e svolge una notevole attività di traduttore dal francese, dallo spagnolo e dall’inglese. Ha lavorato per molti anni alla Rai, prima nella sede di Napoli e poi in quella di Campobasso. Risiede attualmente tra la Francia (Borgogna) e Torella del Sannio, occupandosi, come sempre, di pittura, ma anche di saggistica, prevalentemente intorno a problemi di estetica e filosofia.

Cammarano è un pittore intimista, sia che la sua figurazione si rivolga alla contemplazione di un tramonto sul mare, ad un campo fiorito, ad un’isola della costiera campana a lui ben nota anche per le sue nozioni profonde in campo archeologico, alla rappresentazione di un manufatto abbandonato ma vivo nella sua memoria, nei luoghi dell’anima, sia quando lo stesso rivolge il suo sguardo all’interno, nel chiuso delle stanze in cui ha studiato. Gli interni sono delicati, con colori definiti ma quasi uniformati da una velatura di nostalgica contemplazione, fortemente caratterizzati da oggetti di uso quotidiano, quasi delle nature morte con sostituzione del rappresentato, una ripresa della pittura di Morandi.

È solo una assenza temporanea, di una persona pronta a rientrare nel cono di luce che la attende, a ridare vita a quegli oggetti poggiati ed inerti che riprenderanno vita, nel loro uso quotidiano. Ed è questa la grandezza degli interni di Cammarano, il loro essere fotografici, una istantanea rubata al tempo, una assenza che ciascuno di noi ha vissuto, la sua pittura è uno specchio nel quale si riflette una dimensione umana fatta di quotidianità, senza alcuna intenzione metafisica, perfetta nella semplicità e nella fedeltà della sua riproduzione figurativa.