HomeSenza categoriaLa ‘Cultura del tartufo’ candidata all’Unesco come bene dell’umanità

La ‘Cultura del tartufo’ candidata all’Unesco come bene dell’umanità

La proposta presentata a Roma, in un evento a Villa Astaldi. Per il Molise, presente all’incontro il sindaco di San Pietro Avellana Francesco Lombardi


SAN PIETRO AVELLANA. La ‘Cultura del tartufo’ candidata all’Unesco, dopo la Pizza, come bene immateriale dell’umanità. Questa la proposta lanciata dall’Associazione nazionale ‘Città del Tartufo’ a Roma, a Villa Astaldi.

La candidatura è stata portata avanti dal ‘Centro nazionale studi tartufo’ che ha sede ad Alba e dall’Associazione nazionale ‘Città del tartufo’, con due importanti partner scientifici quali l’Università di Scienze gastronomiche e l’Università di Siena. Si è voluto risalire oltre l’intensa promozione commerciale, i testimonial, l’utilizzo del prodotto nella ristorazione di prestigio in tutto il mondo che hanno felicemente caratterizzato gli ultimi anni, contribuendo alla valorizzazione turistica di molte aree in Italia.

L’obiettivo della candidatura, che prende il nome di Cultura del Tartufo, è quello di certificare e formalizzare, difendere e tramandare il ‘mito del tartufo’, non solo come frutto dall’inestimabile valore, ma simbolo di una storia di rapporti tra uomo, natura, animale e tradizione.

Alla base del fascino del tartufo c’è la ricerca. Un gesto individuale, vissuto in simbiosi con il cane, è intuito e fortuna, conoscenza della delicata pratica dell’estrazione che avviene con il solo ausilio di uno strumento specifico per tipologia di terreno. Il cercatore ha un rapporto elettivo con il proprio cane, il ‘suo’ bosco, i suoi segreti. Quando il cane inizia a ‘segnare’ un punto specifico, il trifolaio si china, raccoglie la terra, la annusa per verificare se il profumo di tartufo è forte e quindi il tartufo vicino, ma non sfugge un gesto altamente simbolico: la condivisione di un odore ancestrale, il ritorno ad un’epoca in cui il rapporto con la terra era proprio della condizione umana.

All’evento di Villa Astaldi è stato proiettato un documentario, omaggiato dalla chiusura dello chef Carlo Cracco, realizzato dall’Università di Scienze gastronomiche, che ha raccolto le testimonianze dei cercatori di alcune delle aree più caratteristiche e rappresentative del territorio italiano. Per il Molise, i cercatori erano di San Pietro Avellana (socio fondatore di Città del Tartufo).

Alla serata di gala hanno partecipato numerosi esponenti del mondo dello spettacolo e della politica legati al tartufo che sosterranno la candidatura presso il comitato Unesco. Per le città del tartufo erano presenti gli amministratori dei comuni più rappresentativi, Alba, Bondeno (FE), San Giovanni d’Asso ( SI), Valtopina (PG), Norcia e San Pietro Avellana.

Per il sindaco di San Pietro Avellana Francesco Lombardi, che ricopre anche la carica di vicepresidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, l’evento è stato un successo. “La presentazione della candidatura Unesco a Villa Astaldi – ha detto – non poteva andare meglio, per noi è importantissimo far conoscere il mondo del tartufo ed ottenere il sostegno della nostra candidatura in tutti i settori. Crediamo fermamente che il comitato Unesco sosterrà il nostro progetto al quale lavoriamo oramai da diversi anni. Alla presentazione erano presenti anche numerosi parlamentari che stanno lavorando alla modifica della legge nazionale sul tartufo (l’attuale risale a circa 30 anni fa). Speriamo che il testo venga licenziato al più presto”.

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