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Isernia, ‘guerra’ tra bande di migranti per lo spaccio: in carcere tre nigeriani e due afghani

Conferenza stampa, questa mattina in questura, per illustrare i dettagli dell’operazione scattata a seguito della maxi rissa scoppiata ieri in città. Trenta i richiedenti asilo coinvolti. Il procuratore Albano: “Un episodio gravissimo”. Continuano le indagini


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. Per ora sono stati rinchiusi nel carcere di Ponte San Leonardo in attesa delle decisioni del giudice. E la loro posizione sarà al vaglio della commissione territoriale di Campobasso. Sono cinque i migranti arrestati a seguito della maxi rissa scoppiata ieri mattina, in pieno centro a Isernia. Si tratta di tre nigeriani e due afghani, di età compresa tra i 19 e i 45 anni. Quattro sono domiciliati nel centro ‘Hospitality’ del capoluogo pentro e uno nella struttura di Monteroduni. Tutti sono accusati, in concorso, di rissa aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale

Emergono dunque nuovi particolari sull’episodio di ieri mattina che ha coinvolto una trentina di richiedenti asilo, arrivati anche da altre strutture della provincia, e che ha portato al ferimento di un carabiniere. Sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal questore Ruggiero Borzacchiello e dal procuratore capo Paolo Albano.

Un’operazione che, soprattutto, ha consentito agli inquirenti di confermare una ‘guerra’ in atto, tra le due etnie, per il controllo dello spaccio in alcune zone del capoluogo pentro. Dalle indagini è emerso infatti che gli ospiti dei centri di accoglienza si riforniscono di piccoli quantitativi di stupefacenti: cocaina, eroina, ma anche hashish e marijuana per poi ripiazzarla sul mercato locale. Lo dimostrano anche i recenti sequestri di droga, effettuati dei carabinieri, proprio all’interno delle strutture di accoglienza.

E sarebbe dunque proprio questo il motivo che, ieri mattina, ha scatenato gli animi, dando vita a scene da Far West. Non è stato facile sedare gli animi per gli agenti della Volante e della Digos arrivati, insieme a una pattuglia dei carabinieri, in via Giovanni XXIII, dopo la richiesta di aiuto da parte di un isernino. Solo l’intervento immediato delle forze dell’ordine ha infatti scongiurato il peggio. L’episodio poteva avere conseguenze peggiori se si considera che sono state utilizzate spranghe di legno e di ferro molto pesanti, ma anche pale e altri attrezzi rimediati nel cantiere allestito nei pressi del centro di accoglienza. Scene immortalate anche da alcuni scatti estrapolati da un filmato messo a disposizione degli inquirenti.

“E’ necessario sottolineare la gravità dei fatti che sono accaduti nella giornata di ieri – ha detto il procuratore Albano – Da un lato per la motivazione di questa rissa che ha trovato origine certamente in uno scontro tra gruppi contrapposti che gestivano il territorio per motivi di spaccio. Grave anche per le conseguenze che poteva avere questo episodio, per gli oggetti che hanno utilizzato. Oggetti pesanti che potevano portare a conseguenze molto gravi: lesioni o addirittura la morte. Il pronto intervento della Digos e della Volante ha permesso di evitare che si giungesse a queste gravissime conseguenze”. Albano ha quindi confermato la diatriba in atto legata allo spaccio. “L’iniziale attività investigativa – ha spiegato – indicava già questa presenza e il realizzarsi di questa rissa ci conferma, anche sul piano probatorio, che effettivamente c’è, purtroppo, questo tentativo di occupare il territorio da parte di afghani e nigeriani. Ma certamente, con l’intervento delle istituzioni, di polizia e carabinieri, questo tentativo sarà sicuramente interrotto nel nostro territorio”.

Un episodio considerato allarmante anche dal questore Borzacchiello. “Ma che va ricondotto – ha evidenziato – nei giusti canoni di quella che è la nostra attività sul territorio, sia in termini di prevenzione, sia per quel che riguarda la repressione. Stiamo tenendo sotto controllo le varie strutture che accolgono i migranti e, anche alla luce di quanto accaduto ieri, c’è qualche problema dal punto di vista dell’ordine e della sicurezza pubblica. Che però, fortunatamente, va ricondotto soltanto a quanto accade in alcune zone della città, in cui ha un po’ preso piede lo spaccio di sostanze stupefacenti”.

Per il momento è scattato l’arresto per cinque migranti considerati più facinorosi, mentre proseguono le attività di identificazione degli altri stranieri coinvolti che verranno denunciati per gli stessi reati. “Successivamente – ha assicurato il questore – inoltreremo delle richieste alla commissione per valutare al meglio quella che è la posizione di questi soggetti. Il nostro ordinamento non prevede che solo perché a una persona viene riconosciuto il diritto di asilo, questo gli consente di commettere reati, anche di una certa violenza, sul nostro territorio. Non dimentichiamo che la rissa poteva avere conseguenze ben più gravi – ha concluso – considerato il sequestro effettuato di spranghe e altri oggetti contundenti, che avrebbero potuto portare anche ad estreme conseguenze”.

Deborah

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