L’assessore pentro si dice contrario alla decisione di esporre l’importante reperto al Pandone in occasione della riunione dei presidenti dei Consigli regionali d’Italia. La sua opinione: “Meglio portare i visitatori al Museo del Paleolitico”
ISERNIA. Neanche il tempo di tornare ‘a casa’, che subito è scoppiato un caso. Per la verità, più di uno. Il destino del noto dentino da latte, risalente a 600 mila anni fa e rinvenuto nel sito archeologico di Isernia La Pineta, tiene col fiato sospeso la comunità pentra. O almeno alcuni membri della stessa. Assodato che l’importante reperto resterà nella sua terra ‘natia’, ad oggi fa discutere anche la possibilità di un trasferimento temporaneo a Venafro ai fini di un’esposizione organizzata al castello Pandone nel contesto della conferenza dei presidenti dei Consigli regionali italiani.
Se già sulle barricate si è posto Emilio Izzo, con il cartello per la cultura Preistoris, interviene sulla questione anche l’assessore al Turismo del Comune di Isernia Eugenio Kniahynicki, che parla letteralmente di “occasione persa”, esortando i promotori dell’iniziativa al passo indietro. “Ho appreso la notizia (della mostra temporanea a Venafro, ndr) sabato scorso in occasione d’un convegno, e ritengo che alcune riflessioni vadano fatte – ha esordito Kniahynicki – Per carità, è tutto legittimo, specie se l’iniziativa parte dal presidente del nostro Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, e se c’è l’avallo del direttore del Polo Museale del Molise, Leandro Ventura. Però mi chiedo quali siano le ragioni che inducono a spostare il dentino a Venafro e non piuttosto a far in modo di portare in visita a Isernia, nel Museo del paleolitico, i presidenti dei Consigli Regionali d’Italia e consentire loro d’ammirare sia il dentino sia l’intera struttura museale. In qualità di assessore al Turismo – ha continuato Kniahynicki – è evidente che avrei preferito la seconda soluzione e invece mi sembra che siamo di fronte all’ennesima occasione persa. Si parla spesso di attivare circuiti turistico-culturali che possano indurre i visitatori a venire nella nostra città e poi c’è sempre qualcosa che impedisce o rallenta tale obiettivo. Ritengo che Cotugno e Ventura siano ancora in tempo per riconsiderare la questione. Pertanto, li invito a riflettere per evitare l’ennesima mortificazione delle aspirazioni di Isernia e degli isernini”.
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