Parole che hanno fatto il paio con il collega di partito, Azzolini, che ha sottolineato come non bisogna nascondere, anche da parte della Provincia, “la superficialità che è stata tenuta nel procedimento. La Regione è indifferente al tema delle politiche attive del lavoro, e ne fa solo una questione di soldi. Sarebbe utile per tutti capire dove c’è stata la mancanza e di chi sono le responsabilità, a vari livelli. Alcune persone stanno preparando un ricorso e io mal sopporto che la magistratura debba supplire alle defaillance della politica. Facciamo qualcosa, pertanto. Troviamo le criticità e lottiamo perché certe cose non accadano più. E, soprattutto, invitiamo la Regione, cominciando noi per primi, a revocare gli atti in autotutela”.
Il consigliere di maggioranza Roberto Di Pasquale, invece, oltre a evidenziare la necessità di intervenire a salvaguardia dei disoccupati della provincia di Isernia rimasti tagliati fuori, ha anche sottolineato lo scarsissimo coinvolgimento, finora, sul tema dei problemi dei dipendenti e dei precari dell’ente, nonostante la delega al Personale conferitagli da Coia. “Occorrono scelte qualificanti, collocando le persone giuste al posto giusto – ha argomentato – e prestando attenzione nel conferimento degli incarichi adatti, valorizzando i dipendenti ed efficientando la macchina amministrativa. Chiedo, insomma, un forte cambio di rotta e discontinuità nelle scelte rispetto al passato, in particolare per le politiche relative al personale”. Un avvertimento non di poco conto, per Coia, visti i delicati equilibri presenti in Consiglio, diviso tra cinque consiglieri di maggioranza e altrettanti di opposizione: per governare, c’è bisogno di tutti. Anche di Di Pasquale, che ha così ribadito il proprio peso.
Il presidente Coia, a fine dibattito, ha assicurato che tutte le considerazioni scaturite in aula saranno inviate quanto prima all’Agenzia regionale Molise Lavoro e all’assessore Carlo Veneziale. Per poi evidenziare, ancora una volta, come il Centro per l’impiego “non è più in capo alle Province, ma sotto il coordinamento dell’Agenzia regionale Molise Lavoro. Noi siamo semplicemente i locatori, mettiamo a disposizione gli spazi, ma la funzione di coordinamento e funzionamento è demandata alla Regione”.
Acquisita la necessaria documentazione tramite il responsabile del servizio per il Cpi di Isernia, Coia ha informato l’assise sulla mancata formazione del personale, causata da una mail – a quanto pare – inviata dalla Regione su un indirizzo in disuso. Il supplemento di istruttoria richiesto è arrivato in ritardo, quindi non c’è stata la possibilità di inviare per tempo le domande. “Se si fosse usato lo stesso sistema che era in uso fino alla settimana prima – ha detto Coia – questi problemi non ci sarebbero stati. Ci sono stati dei deficit di formazione, perché il personale di Isernia non ha partecipato ai corsi organizzati dalla Regione, ma questo non deve portare a fare dietrologie, cioè a pensare che la provincia di Campobasso non abbia fatto entrare quella di Isernia nei tirocini. Tra l’altro, mi risulta che alcune persone che non si sono ‘fidate’, da Isernia sono andate a Campobasso, quindi tra quelle domande accettate lì ci sono anche degli isernini. Abbiamo poi invitato la Regione a fare un’altra valutazione: visto che abbiamo un protocollo interno, cartaceo, del Centro per l’impiego, lo stesso potrebbe essere utilizzato per riammettere anche le domande presentate in tempo ma inviate dopo il 4 settembre. Il problema è semplicemente di natura tecnica. Da parte dell’assessore Veneziale, ci tengo a dirlo, c’è stata la disponibilità a trovare i finanziamenti necessari ad allargare la platea per poter recuperate le domande dichiarate fuori limite perché non ammesse nei tempi dal sistema informatico”.