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Allarme droga, l’Ordine degli psicologi diffonde i dati: il consumo di stupefacenti comincia a 14 anni

Il presidente regionale Nicola Malorni analizza il fenomeno e invita le istituzioni a un intervento multidisciplinare, che persegua le prevenzione, prima che la cura


CAMPOBASSO. Emergenza droga in Molise, sull’allarme lanciato dal procuratore capo di Campobasso Nicola D’Angelo interviene l’Ordine regionale degli psicologi, per evidenziare come il problema sia trascurato da istituzioni, servizi e cittadini, “non tanto sul piano della cura, quanto su quello della prevenzione”.

Problema espressione “di una frustrazione che accomuna tutti noi e sembra condannarci ad una ricerca tanto pressante quanto invalidante della felicità, del successo, della giovinezza, del talento, dell’appagamento immediato dei desideri, che alimentano il ‘sistema dei consumi”, come ha dichiarato il presidente dell’Ordine Nicola Malorni.

Dal report diffuso dalla Comunità di San Patrignano per i suoi 40 anni di attività, emerge che la droga più utilizzata da 9 ragazzi su 10 è la cocaina. A seguire cannabis, eroina, ecstasy, ketamina, anfetamina e allucinogeni. Allarmanti sono anche i dati riferiti all’età di insorgenza della patologia: l’età media di ingresso a San Patrignano è di 28 anni. Il primo contatto con le sostanze stupefacenti per 1 ragazzo su 2 è avvenuto tuttavia entro i 14 anni. Sale a 18 anni di età il primo contatto con la cocaina (per 1 ragazzo su 2) e con l’eroina (per 1 su 4).

Malorni si rivolge poi a istituzioni e classe politica, “a coloro che hanno bandito la prevenzione e la promozione delle politiche sanitarie e sociali, per favorire gli interventi di emergenza”. E lo fa per invitarli a non farsi “interpreti della stessa economia drogata del consumo veloce, immediatamente appagante, falsamente risolutivo, dicendo basta alla soluzioni di progetti psicologici ‘usa e getta’, in favore di interventi multidisciplinari, con particolare attenzione a infanzia e adolescenza”.

“Rispondiamo tutti insieme – rimarca ancora il presidente dell’Ordine degli psicologi – (Ordini professionali, Dirigenti, Amministratori, Istituzioni, Scuola, Ambiti Sociali, Terzo settore, Chiesa, famiglie) all’appello del procuratore D’Angelo, pretendendo che si investa finalmente e con una progettualità efficace in servizi e interventi psicologici di sistema, in tutti i contesti dove si lavora sui processi identitari della famiglia e dei giovani, a partire almeno dalla scuola dell’infanzia”.

“Cosa offre il mercato della droga ai nostri figli? Soprattutto l’illusoria cura rapida dell’ansia e della depressione, dei sentimenti di alienazione e di solitudine, della conflittualità, della paura dei sentimenti profondi. All’appello del procuratore D’Angelo – conclude – abbiamo il dovere di rispondere con proposte di interventi psicologici, sociali ed educativi in grado nel medio-lungo termine di generare trasformazioni profonde e durature, provando a sopportare la frustrazione dell’attesa e la rinuncia al possesso della soluzione immediata”.

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