HomeSenza categoriaIl ‘fuoriprogramma’ del presidente Toma: “Ogni mattina aggiorno gli obiettivi”

Il ‘fuoriprogramma’ del presidente Toma: “Ogni mattina aggiorno gli obiettivi”

“Ci sono due tipi di risposte, da dare al comparto edile – dice Toma -, una di breve periodo e la proposta di legge che abbiamo appena presentato è un primo passo verso le istanze rivendicate dal settore. Un’altra riguarda l’accelerazione dell’accreditamento dei fondi per la ricostruzione 2002, in modo da erogare più speditamente le somme spettanti alle imprese”.

Il meccanismo, su questo punto, ha sempre rappresentato un problema: per erogare quanto dovuto alle imprese occorre raggiungere ad una certa soglia (percentuale) di lavori effettuati. Quella percentuale (che era inizialmente fissata al 4%, poi nella scorsa legislatura è stata abbassata al 2%, il che tecnicamente rendeva più ravvicinate le erogazioni di danaro) è stata oggetto di una nuova mediazione perché si è affacciata l’ipotesi che potesse essere riportata all’iniziale soglia. Il presidente Toma però ha chiarito: “ho trovato un’ottima interlocuzione con il ministro Lezzi e il capo dipartimento Ferrara e siamo d’accordo che la percentuale resterà al 2%”. Liquidati in questi giorni anche 13 milioni e 800mila euro, sempre in favore della ricostruzione post sisma 2002.

“Erano 24 milioni – ha ammesso Toma – ma la somma era comprensiva di fondi che avevamo anticipato. Abbiamo delle regole e delle prescrizioni da rispettare altrimenti poi rischiamo di non poter usare l’avanzo di amministrazione. Dobbiamo stare molto attenti alle anticipazioni”.

E sul tema della corresponsione dei fondi dedicati alla ricostruzione, con molta diplomazia ammette: “C’è un peccato originale, parte dei fondi, nei cinque anni precedenti, sono stati usati su altri interventi. Per questo eravamo in ritardo di quasi un anno e mezzo con i pagamenti. Ora siamo a meno di 12 mesi”.

E sui prefabbricati che ancora ospitano alcune scuole e famiglie rimarca che il problema è sempre lo stesso: se le imprese non vengono pagate per i lavori che effettuano, ad un certo punto non possono più andare avanti. E questo significa progetti che non si concludono, famiglie che restano fuori dalle proprie abitazioni, imprese che non hanno i soldi per poter continuare a lavorare, operai che restano a braccia conserte.Secondo la stima più recente, la ricostruzione è completata al 70 per cento, ammette.

Il termine per concludere la ricostruzione? “Non è perentorio – dice – e siccome ho insegnato diritto per oltre 30 anni so che c’è anche il termine ordinario. E quello del 31 dicembre 2018 è uno di questi”.

L’Agenzia per la ricostruzione post sisma (Arps) avrà un nuovo dirigente, dice ancora, posto che l’incarico dell’architetto Manuel Brasiello non è fra quelli prorogati fino alla fine dell’anno (il provvedimento di. proroga si riferisce ai dirigenti strutturati che cambieranno ambito, per una rotazione che il presidente stesso confessa di preferire).

Le nuove nomine riguarderanno, oltre l’Arps, lo Iacp e l’agenzia Molise Lavoro dove occorrerà riderminare la struttura alla luce delle modifiche intervenute e che riguardano i Centri per l’Impiego. E restano sempre da designare il CdA della Molise Acque e il collegio dei revisori dell’Arsap. Nomine queste che spettano al Consiglio regionale.

Insomma, giornate impegnative. “Ogni mattina aggiorno gli obiettivi” ammette.

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