Nel corso dell’evento è stata illustrata anche l’innovativa metodica Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation) una tecnica che sta cambiando il panorama degli interventi in ambito cardiovascolare. Tavi è una protesi valvolare che non richiede l’uso del bisturi, è un’operazione di microchirugia, decisamente meno invasiva. Viene applicata attraverso un catetere inserito in un foro nell’arteria femorale, a livello inguinale, si entra dentro la valvola aortica nativa e si inserisce dentro la vecchia una nuova valvola in materiale autoespandibile oppure montata su un pallone dilatatore. Nei casi per i quali non è possibile la sostituzione per via percutanea, viene utilizzata un nuovo tipo di protesi che non viene suturata al cuore. Non è necessaria l’apertura completa del torace.
Con una piccola incisione, come per una normale coronarografia, viene inserito un catetere nell’arteria femorale. Gli interventi sono stati eseguiti in alcuni casi senza anestesia. Questa tecnica è indicata per i soggetti in età avanzata che, senza trattamento, avrebbero una prognosi infausta e le cui malattie associate determinano un aumento del rischio di mortalità per l’intervento. La Cattolica è tra i pochi centri in Italia a praticare questa innovativa tecnica.
“Le malattie cardiovascolari – spiegano gli esperti della Cattolica – rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti. Nonostante le numerose iniziative di sensibilizzazione della popolazione a queste tematiche, un’indagine condotta in tutta Italia ha dimostrato che solo il 38 per cento delle persone ad alto rischio cardiovascolare conosca la propria condizione e sia in grado di attuare concretamente comportamenti e stili di vita adeguati.
Gli esperti segnalano come questo sia fondamentale ma sottolineano anche l’importanza delle nostre abitudini, per modificare positivamente un’eventuale predisposizione. Il principale obiettivo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari è migliorare le buone pratiche per quanto concerne i fattori modificabili (nutrizione, attività fisica, fumo e alcol, inquinamento) secondo modalità personalizzate e consolidabili nel tempo e adottare appropriate strategie di screening per identificare in modo individuale i fattori non modificabili di carattere genetico/epigenetico”.
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