Il candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico traccia a grandi linee il suo progetto politico di rilancio partendo da sanità pubblica, infrastrutture, lavoro e tagli ai costi della politica.


CAMPOBASSO. Europa, Italia e Molise. Il Partito Democratico secondo Stefano Buono, candidato alla segreteria regionale, parte da queste dimensioni territoriali e viene declinato secondo principi base come la sanità pubblica, la green economy, l’ambiente e il turismo, le infrastrutture e il lavoro.

Si presenta nella sede storica del Pd, nella centralissima via Ferrari, accompagnato da amici che lo sostengono e dall’avvocato Simone Coscia, che in questi anni ha sostenuto il centrosinistra da più angolazioni per approdare adesso al sostegno (evidentemente) alla candidatura di Stefano Buono.

Un progetto che parte da Sesto Campano e arriva a Termoli e che ha una sola parola d’ordine: ricominciamo. Dalle ragioni profonde del Molise, dalla condivisione di un progetto politico rinnovato.

Non sentirete mai la parola rottamazione – rimarca – visti i danni evidenti che ha prodotto. Ricominciamo da un progetto riformista progressista contro i sovranismi, i populismi, la destra pericolosa di Salvini”.

La riflessione del giovane candidato alla segreteria regionale, che sostiene il presidente della Regione Lazio nella corsa alla leadership nazionale, parte dal dato delle ultime elezioni. “La crisi della sinistra è di natura globale, non può essere riconducibile solo ai personalismi che portano il nome di Renzi e Frattura. Si è lasciato un campo ampio, nel quale si è smarrito l’elettorale che è confluito in modo naturale nei 5 Stelle. Ci sono stati dei temi ai quali non si è saputo dare risposte, con un atteggiamento di chiusura verso i cittadini, con i quali non si è saputo dialogare”.

L’Europa, quindi, bene irrinunciabile “soprattutto per le giovani generazioni”, l’Italia dove bisogna fare muro contro le politiche incarnate dal ‘governo del cambiamento’ e il Molise, “regione piccola, fragile, agevole però, con una posizione geografica favorevole perché punto nodale tra le regioni. Occorre capire come una regione piccola può fare di questa caratteristica il suo punto di forza – spiega Stefano Buono – ripartendo dai temi più cari alla sinistra. La sanità pubblica, un tema significativo sul quale il centrosinistra ha tradito. Non abbiamo investito in ospedali pubblici, non abbiamo saputo produrre mobilità attiva. Il conto economico non è ancora a posto, visto che siamo ancora commissariati anche se il debito è ridotto ma solo per aver contratto un mutuo e per la solidarietà delle altre regioni. Bisogna aprire e non chiudere, restituire i presidi a Venafro e Larino perché diventino attrattivi anche per la realtà geografiche vicine con gli accordi di confine. Assicurare i livelli essenziali di assistenza e la rete dell’emergenza urgenza con una buona sanità pubblica e programmando le infrastrutture che sono un bene primario”.

Stefano Buono pensa ad una superstrada a 4 corsie, “siamo l’unica regione che non ne ha una”, all’elettrificazione della rete ferroviaria “che ci consente di andare da Isernia a Roma in 55 minuti”, infrastrutture che consentono di rilanciare la mobilità attiva per le strutture sanitarie pubbliche, richiamare turismo, creare opportunità di lavoro. E poi la battaglia sui costi della politica, “impensabile che un consigliere regionale del Molise guadagni come un ministro di Trump”.

E a chi da notare che in effetti si tratti di idee programmatiche sulle quali si è un passo avanti (l’elettrificazione partita con il governo Frattura, la superstrada al centro dell’attenzione dell’esecutivo Toma e dell’assessore Niro, tagli ai costi della politica oggetto di due proposte di legge, di cui una del Pd), replica che è facile proporre il taglio dei costi quando si è minoranza e che, per il resto, si tratta solo di progetti ancora non concretizzati.

“Sono per un centrosinistra inclusivo, che si allarghi ad un campo ampio e mi aspetto che i candidati ci dicano l’idea di Molise che hanno” spiega ancora.

Ma nell’inclusione non è compreso “chi ha caratterizzato l’ultima stagione politica che dovrebbe avere il buonsenso di cedere il passo”.

Il riferimento a Vittorino Facciolla, altro competitor alle Primarie è evidente.

E il Pd secondo Stefano Buono non contempla nemmeno “chi non ha la tessera del Partito Democratico e intende correre per la segreteria” dice riferendosi all’ipotesi che alla gara partecipi anche Michele Durante.

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