LA ZES ADRIATICA E LE GRANDI OPERE. Tra gli interventi in grado di cambiare il volto del Molise, rilanciando concretamente l’economia, il presidente della Regione ha indicato al primo posto la ‘Zes Adriatica’. “Un investimento importantissimo – lo ha definito Toma – rivolto alle imprese che fanno interventi tra 15 e 50 milioni di euro. L’area individuata è di 516 ettari, soprattutto nella zona di Termoli e delle piane di Larino, ma c’è qualcosa anche su Agnone e su altri territori. Presentando il Piano strategico abbiamo ricevuto il plauso della Regione Puglia, con cui abbiamo costituito la Zes. Mi è stato obiettato, perché non con l’Abruzzo? Il fatto è che l’Abruzzo sta vivendo una situazione di incertezza politica che rischiava di rallentarci, ora probabilmente si unirà alla Zes Adriatica con Molise e Puglia”. Poi le grandi opere, con il progetto della superstrada del Molise e l’intervento per l’elettrificazione di tutta la rete ferroviaria del Molise, per 80 milioni di euro, passando per il completamento dell’Acquedotto molisano centrale, la banda ultralarga, la convenzione con l’Anas per la manutenzione delle strade e la riprogrammazione dei fondi per mettere in sicurezza i ponti Sente e Verrino.

LA SANITA’. L’anno per Toma si è concluso tuttavia con una nota amara. La nomina del commissario ad acta, per il piano di rientro del deficit sanitario in via di conclusione, il generale Angelo Giustini, nominato dal Governo Conte. Commissario che si è insediato il 27 dicembre, insieme al sub commissario Ida Grossi. “Abbiamo avuto un confronto schietto e aperto – ha rivelato Toma – Da parte mia massima collaborazione politica e tecnica, anche se continuo a non condividere la nomina di un esterno e confermo la mia volontà di presentare un ricorso alla Corte costituzionale. Per me la nomina è incostituzionale, sulla base dell’articolo 117 della Costituzione, perché essendo la sanità materia concorrente significa che lo Stato fa le leggi quadro, le leggi specifiche le fa la Regione. Per cui non è possibile procedere a un piano di rientro senza che ci sia una copertura politica regionale”.

PAGELLE AGLI ASSESSORI E QUOTE ROSA. Toma aveva annunciato che avrebbe fatto l’esame agli assessori, per accertare se insieme a promossi c’erano anche bocciati. “In questo momento – ha anticipato – le pagelle per gli assessori sono ampiamente sufficienti, perché hanno lavorato accanto a me e si sono dati da fare. Ora c’è tutta una programmazione che stiamo mettendo a punto, vedremo se saremo tutti capaci di realizzare gli obiettivi del Def”. Caustica la sua risposta sul tema dell’assenza di una quota rosa in una Giunta tutta al maschile, alla base di un ricorso al Tar. “Chiedete a chi ha presentato il ricorso, che non ha fatto richiesta di sospensiva. Evidentemente qualche problema ci sarà”.

COSTI DELLA POLITICA. Sulla richiesta di riduzione dei costi della politica, avanzata più volte dall’opposizione, Donato Toma ha risposto ribaltando la questione. “Se guardiamo al mio costo ritengo di esser pagato troppo poco per quello che faccio e per quello che ho perso. Se guardiamo alle spese della politica in generale forse le opposizioni dovrebbero ridurre il proprio costo”.

 

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