Una volta appreso dalla richiesta dei Popolari e della Formichelli, avrebbe infatti prontamente chiesto un parere al Ministero dell’Interno guidato dal vicepremier Matteo Salvini sulla validità di quanto disposto dallo Statuto comunale, i cui effetti, a suo dire, non sarebbero ‘retroattivi’, ma si dispiegherebbero soltanto dalla prossima legislatura, senza conseguenze sul quadro attuale. Una mossa, secondo alcuni osservatori, volta a guadagnare tempo, rinviando a chissà quando la questione visto che il Viminale, si teme da parte di alcuni membri dell’assise, non si pronuncerà di certo in tempi brevi vista la mole di lavoro che si porta dietro.
Lombardozzi infatti, esponente del gruppo ioriano ‘Insieme per il Molise’, fu eletto nel 2016 con 19 voti alla quarta votazione. Ma, in caso di nuova elezione, non potrebbe contare sui 12 componenti del proprio gruppo consiliare, sfaldatosi via via e ridotto a soli 4 consiglieri certi oltre a Gianluca Di Pasquale, vicinissimo alla Lega ma non ancora fuoriuscito ufficialmente dal gruppo Iorio. Senza dunque un largo accordo in maggioranza, insomma, Iorio (con Lombardozzi) potrebbe essere costretto a cedere il passo a Vincenzo Niro (con Fantozzi). Decisivo, visti i rapporti di forza, potrebbe essere il gruppo di Roberto Di Baggio ‘Isernia Migliore’, forte di 6 consiglieri (come i Popolari) contro i 5 della lista ‘Isernia in Comune’ e dei 4 di Iorio.
Se così fosse, Fantozzi potrebbe avere la strada tutt’altro che spianata per diventare presidente. Del resto egli stesso, come dichiarato a più riprese, ha sempre detto di essere pronto ad accettare la candidatura solo in presenza di un’ampia convergenza sul suo nome. Altrimenti, largo ai giovani. Non a caso, nel gruppo di Di Baggio sembrerebbe che il nome da spendere possa essere quello di Linda Dall’Olio.
Ma sarà davvero lei a mettere tutti d’accordo? Improbabile che il presidente del Consiglio possa essere rimesso ai voti senza toccare gli equilibri di Giunta, che oggi come oggi non rispecchiano più la composizione dell’assise: Iorio, con 4-5 consiglieri, ha infatti 3 assessori; la lista del sindaco, con 5 consiglieri, ne ha 3, ma due di essi – Sonia De Toma e Antonella Matticoli – vengono considerate molto vicine, rispettivamente, ai Popolari e a ‘Isernia Migliore’, gruppi che però non hanno un assessore palesemente riconducibile a loro. Insomma, Lombardozzi, con la mossa del parere ministeriale, ha fatto un favore sicuramente a se stesso, ma più ancora lo ha fatto al sindaco Giacomo d’Apollonio, che potrebbe essere costretto a un rimpasto di metà mandato dagli esiti del tutto imponderabili.
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