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La ‘secessione dei ricchi’ preoccupa il Molise: passa la mozione, solo Aida Romagnuolo vota no

IL MOVIMENTO 5 STELLE. Per Vittorio Nola, la questione non può essere affrontata in maniera semplicistica. Le Regioni devono comunque cominciare a ‘tagliare’ qualcosa dalle loro spese. “Se non si ha chiaro il quadro d’insieme che riguarda tutte le Regioni, comprese quelle a statuto speciale, una riforma delle autonomie potrebbe accentuare le diseguaglianze e le differenze territoriali, soprattutto tra le regioni ricche e con un Pil elevato come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, rispetto alle Regioni centro-meridionali come la nostra. La proposta della Lega non tiene conto del crescente divario economico sociale e infrastrutturale dei nostri territori. Spetta anche a noi amministratori condurre la Regione Molise secondo criteri di economicità (e quindi ridurre deficit e sprechi) per renderla così economicamente attiva anche grazie all’individuazione di specifici progetti strategici prioritari, quali infrastrutture fisiche e digitali, turismo, tutela e valorizzazione dell’ambiente, del patrimonio agricolo, paesaggistico ed enogastronomico”. Angelo Primiani specifica ancora meglio il concetto: “il trasferimento di funzioni dallo Stato alle Regioni non deve essere un modo per sbilanciare l’erogazione di servizi essenziali a favore delle regioni più ricche. Il MoVimento 5 Stelle è favorevole a un processo di autonomia, a patto che sia solidale e cooperativo anzi, allo stato attuale, il MoVimento è l’unica garanzia per la difesa del Meridione. Prova ne è lo stato delle negoziazioni tra le 3 regioni e i vari dicasteri. Ad ogni modo, il MoVimento porterà il dibattito in Parlamento che, quindi, sarà oggetto di una discussione pubblica e trasparente nella convinzione che quando si interviene su principi costituzionali di tale portata, è necessario accompagnare tali provvedimenti da altrettanti percorsi culturali di formazione e informazione”.

5 stelle in consiglio1

Il Movimento 5 Stelle ha poi votato compattamente a favore. Ma è il portavoce Andrea Greco a spiegare nuovamente, nelle dichiarazioni conclusive, il punto di vista dei pentastellati. “La secessione dei ricchi, la smaterializzazione dei diritti del Sud: nulla di più falso, il Governo attua un disegno costituzionale. I valori di solidarietà, collaborazione e perequazione tra le regioni non sono a rischio perché qualsiasi provvedimento che vada a ledere gli interessi regioni del Sud non troverà spazio né in Costituzione né all’interno dei provvedimenti del ‘Governo del cambiamento’. Oggi abbiamo fatto un lungo esercizio di stile: credo che gli interessi della Regione Toma potrebbe farli anche senza l’impegno che gli consegna il Consiglio. Esercizio di stile che non cambierà nulla né fornisce ulteriori elementi per intervenire. Sapete bene che il Governo Conte ha già cassato alcune richieste di regioni del nord che volevano ricondurre alveo delle decisioni ad un tavolo con pochi invitati, ha messo i paletti. Voterò a favore della mozione per scongiurare qualsiasi tipo di strumentalizzazione esterna ma voglio esprimere massima fiducia e solidarietà al Governo che sono sicuro non potrebbe agire contro gli interessi delle regioni del Sud ad appannaggio di quelle del Nord. Fatto impossibile, incostituzionale, moralmente impensabile. Il Governo è attento al Sud. Basti pensare che su 250 viadotti chiusi, il Governo ha deciso di finanziare il Sente e non è una cosa da poco”.

LA MOZIONE CONDIVISA. La mozione condivisa, frutto della sintesi della posizione espresse e oggetto di altrettanti documenti attinenti all’oggetto della discussione, arriva in aula nel tardo pomeriggio. Votazione preceduta dalla dichiarazione del governatore Toma che, probabilmente, tenta l’ultima carta per arrivare ad un consenso unanime.

Il governatore della Regione Molise, quindi, ribalta il tavolo: votare sì alla mozione non significa votare contro il governo ma, al contrario, in favore di Conte, Salvini e Di Maio. Con un documento più soft e meno efficace di quello licenziato dal Consiglio regionale della Calabria, la Regione Molise offre spunto di riflessione al Governo per un solidarismo che non lasci indietro nessuno (né al Nord né al Sud). Toma ha però rimarcato che ora è il momento di farsi avanti, di esprimere le proprie valutazioni o perplessità: il provvedimento di intesa che andrà in Parlamento, come è noto, non sarà emendabile. “Voterò a favore, chiedo all’aula di votare a favore di questo atto di crescita democratica, di amore per la propria terra e di cortesia al Governo perché gli diamo modo di attenzionare le nostre esigenze”.

Appello che Aida Romagnuolo non ha inteso ascoltare esprimendo l’unico voto contrario alla mozione.

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