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La crisi mistica del ‘seminarista’ Toma: Greco nomina Gesù, clima da crociata in Consiglio

Dopo la maledizione lanciata ieri all’indirizzo del consigliere pentastellato, finita in cronaca nazionale, il governatore riscopre la vena cattolica e si urta per le parole del grillino, che in aula cita Caifa e il martirio di Cristo. Con lui anche il presidente del Consiglio regionale


 di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. Quando si arriva a parlare dei costi della casta, la maggioranza fa quadrato e il nervosismo si fa evidente.

Si trascende, si alzano i toni, si cercano scuse, ci si mette sulla difensiva, si citano norme ed esempi a volte nemmeno calzanti. Si urla, si sbraita e si approfitta ‘della qualsiasi’ per distrarre l’attenzione.

E anche oggi  la seduta antimeridiana del Consiglio regionale dedicato per il terzo giorno consecutivo alla Legge di Stabilità è finita ‘a schifio’.

In discussione gli emendamenti presentati dalle minoranze; con quelli del Movimento 5 Stelle, nel caso di specie, assolutamente in linea con il dna dei pentastellati. Nulla di nuovo sotto il sole: le proposte riguardano la riduzione di alcune indennità aggiuntive che ‘gonfiano’ la busta paga dei consiglieri regionali, l’accelerazione della normativa (ormai imposta) che si occuperà entro il prossimo mese del taglio dei vitalizi agli ex consiglieri regionali, la riduzione del 20% delle indennità di carica del Governatore, degli assessori e del presidente del Consiglio regionale, la riduzione del numero dei consiglieri del presidente e la rideterminazione dei compensi (a proposito, il governatore Toma ha anche nominato una nuova consulente).

Emendamenti sui quali si è registrata la convergenza del Partito Democratico e di Aida Romagnuolo, che ha votato a sostegno delle proposte della minoranza anche per quanto attiene la riduzione dei ‘costi della casta’.

Dall’altra parte della barricata, invece, il muro. Complice la politica del Governo Conte, le normative da recepire sui tagli ai vitalizi (degli ex politici, perché dal 2013 non sono più erogati ai consiglieri regionali), la possibilità che altri agiscano per loro sulle retribuzioni degli eletti che siedono a Palazzo D’Aimmo, il discorso si fa quasi surreale.

Viene fuori di tutto: “Cosa penseranno di noi i consiglieri regionali delle altre Regioni?” dice qualcuno. “Nessuno ci ha fatto santi quando nel 2013 abbiamo tagliato i vitalizi”, sussurra fuori microfono qualche altro.

Ma quando dal Movimento si rimarca che lo stipendio di Toma, 13mila 500 euro circa,  è leggermente superiore a quello del governatore della Lombardia, che di abitanti ne ha parecchi milioni in più, non si registrano né repliche né commenti né proteste.

Fino a quando, il ‘solito’ Andrea Greco – che si dichiara molto più fortunato di tanti molisani – irrompe con il suo ‘ragionamento’ tra la filosofia e la dottrina.

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redazione

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