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Punto Nascita, la parola al Tar. L’avvocato Romano: chiudere, decisione presa dopo anni e nel periodo più ‘pericoloso’

Il famigerato ‘deficit di sicurezza’ che la chiusura del Punto Nascita di Termoli avrebbe dovuto cancellare in colpo solo, nei fatti invece, crea numerosi altri problemi, che sono sempre legati alla sicurezza ma non sono più in capo all’azienda sanitaria. Diventano problemi dell’utenza, delle pazienti che dovranno viaggiare per raggiungere gli ospedali dove dovranno partorire. Distanze diverse, se ragioniamo prendendo come punto di partenza Termoli, ma significative e non sempre percorribili su strade a scorrimento veloce. Arterie rischiose, dove può capitare di tutto e quindi di perdere tempo prezioso.

asrem 27 giugno 2019

“E poi, la carenza di medici. Ma di chi è la responsabilità che oggi si scarica sull’utenza, chiudendo il Punto Nascita?” si chiede Romano. “La struttura commissariale, qualsiasi sia il nome del commissario, risponde allo Stato. Il profilo di responsabilità giurisdizionale è impersonale. La carenza di personale medico, precipitata con il Piano di rientro, con il blocco del turn over, ora è nelle responsabilità della struttura commissariale che deve individuare come uscire da questo pantano”.

Ad oggi, oltre a non avere traccia del provvedimento con il quale si dispone la chiusura del Punto Nascita del San Timoteo (non compare sulla sezione dedicata ai decreti commissariali sull’albo pretorio della Regione Molise, come invece dovrebbe essere già da giorni, ndr), resta irrisolta anche la questione della carenza dei medici (visto che sono andate a vuoto tutte le ricette proposte) che non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi di venire a lavorare in Molise.

Sui motivi per i quali la sanità della regione sia così poco considerata, si apre un altro capitolo che riserva tante ‘sorprese’.

“Certo è – conclude Massimo Romano – che per la prima volta il territorio ha preso consapevolezza del proprio ruolo, ha deciso di rivendicare la sua esistenza e la pari dignità nei servizi e nei diritti senza alcuna distinzione politica”.

Sperando che non sia troppo tardi. Ad oggi si dovrebbe già avere contezza del Programma operativo, redatto dall’Agenas. Cioè delle decisioni sulla sanità regionale assunte altrove.

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