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Caos soste blu a Isernia, errori nella procedura: partono gli esposti

Il comitato torna a chiedere le dimissioni della Giunta e intanto scrive alla Procura, alla Corte dei Corti e all’Anac


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. Nell’iter che ha portato all’accordo per l’attivazione dei parcheggi a pagamento di Isernia “ci sono gravi errori”. Per questo, oltre a tornare a chiedere le dimissioni del sindaco Giacomo d’Apollonio e della sua Giunta, il comitato ‘No strisce blu’ ha deciso di presentare degli esposti in Procura, alla Corte dei Conti e all’Anac.

Questa mattina il portavoce del comitato Emilio Izzo e il legale Oreste Scurti hanno incontrato la stampa per illustrare le iniziative intraprese. “Riteniamo – ha sottolineato Scurti – che con l’ultima deliberazione di Giunta del 4 luglio (che ha portato all’accordo con la società vincitrice dell’appalto) siano state violate le norme. Ci riferiamo in particolare all’articolo 7 del Codice della Strada e l’articolo 175 del Codice degli appalti. Per questo ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Isernia per chiedere di intervenire. Presenteremo un esposto alla Corte dei Conti per capire se si è configurato un danno erariale, visto che il servizio risulta sospeso da più di tre mesi con il conseguente mancato introito per l’ente. Inoltre abbiamo già interessato, ma lo faremo con un esposto più dettagliato, l’Anac”.

Contestata anche la durata dell’appalto che è di 15 anni. “Il Consiglio era orientato verso una durata superiore a 10 anni. Ma 15 anni sono davvero troppi. Il punto è che non è stata fissata una durata precisa e pensiamo che anche questo non corrisponda al dettato normativo”.

Ma c’è di più. Nel mirino del comitato è finita anche la scelta di dimezzare il numero degli stalli coperti all’auditorium, che di fatto determina una maggiore presenza di parcheggi scoperti in città. “Anche questo – ha detto ancora Scurti – secondo noi è un errore gravissimo. L’orientamento del Consiglio comunale nel 2018 era quello di prevedere 642 posti scoperti. Ma a conti fatti nell’appalto ne sono stati previsti 757, quindi 115 in più rispetto a quanto deliberato dall’Aula. Questo vuol dire che non è stata rispettata la volontà politica”.

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Deborah

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