La chiusura della tratta Campobasso-Termoli rappresenta un altro tassello di una situazione di per sé problematica. Ove mai dovesse crearsi qualche problema sul viadotto del Liscione o sulla BIfernina, la tratta ferroviaria sarebbe una valida alternativa, soprattutto in considerazione del percorso da fare sulla vecchia Statale. Ma anche la riapertura resta sospesa, in attesa delle valutazioni di Ferrovie Italiane sulle migliorie da apportare alla tratta per renderla percorribile in sicurezza.

“L’aeroporto, l’autostrada? Ma qui manca l’essenziale” sbotta ancora Rolandi.

E poi l’auspicata riforma del trasporto pubblico locale, affidato alle stesse aziende per decenni al punto che è diventato difficile arrivare alle gare per individuare altri gestori. Le condizioni dei mezzi e dei servizi sono sotto gli occhi di tutti, il rincaro spropositato della tariffazione (aumenti necessari certo ma magari avrebbero potuto essere dilazionati nel tempo, sostengono i sindacati) mette in crisi le famiglie e poi ci sono anche gli operai che non hanno nemmeno più la corsa per raggiungere il posto di lavoro.

“L’Europa ci chiede performance migliori – rimarca Mastropaolo – e il nostro territorio sarà ulteriormente penalizzato perché non ci saranno attribuzioni di fondi a fronte della situazione attuale. Oggi chiediamo scusa per i disagi ai pendolari che sono quelli che avvertiranno maggiormente i disagi mentre il tema riguarda tutti, anche chi non usa i mezzi pubblici”.

Entrano fra gli argomenti snocciolati oggi anche le vicende che riguardano il trasporto pubblico locale, con i casi eclatanti di Campobasso e Isernia dove, a fronte dei mancati trasferimenti di fondi ai Comuni, le aziende non starebbero pagando le spettanze agli autisti.

A Termoli, invece, sarebbe già stato presentato ricorso contro un tentativo di bando di gara avviato dal Comune, intenzionato ad individuare un altro gestore.

“Problematiche stantie – incalza Sardo – che ora si sono incancrenite: da 25 anni che si va avanti con gli affidamenti diretti ad aziende, anzi – per quanto riguarda il trasporto extraurbano – soprattutto ad un’azienda, che ha trovato nella Regione Molise un vero e proprio bancomat. Ma poi non paga i lavoratori nonostante percepisca i contributi. Facile fare impresa a costo zero. E’ un gioco indecoroso che si trascina da anni”.

La politica ha le proprie colpe, è evidente.

“Le promesse fatte dalla Giunta? Solo teoriche – rincarano i tre esponenti sindacali -. Le riunioni che avrebbero dovuto avere cadenza mensile al momento sono state solo due. Si mena il can per l’aia, questa è la verità. La cabina di regia? Noi crediamo debba partecipare l’utenza che assieme ai lavoratori è la ‘parte’ più coinvolta e che conosce meglio le problematiche. In Molise si soffre di manie di grandezza ma siamo una regione che compie solo passi indietro,: assieme all’Abruzzo siamo quella che prende meno fondi per il trasporto su ferro. Il contratto di servizio? Due anni di ritardo con Trenitalia e per questo la Regione non può permettersi di alzare la voce. Il gestore unico? Le risorse, ingenti, vanno sempre agli stessi imprenditori che non hanno alcun motivo a spingere per il bando di gara. Si coalizzano in consorzi per restare sempre in sella”.

L.S.

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