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Colli A Volturno, si accende lo scontro sulla ‘delibera bavaglio’

Clima di polemiche in paese per il provvedimento che autorizza il sindaco a difendere il Comune da diffamazione. Le consigliere di minoranza: provvedimento offensivo. Ma il sindaco spiega: dobbiamo tutelare l’immagine dell’ente, patrimonio comune dei cittadini


COLLI A VOLTURNO. “Non si tratta di un bavaglio, ma di un provvedimento con il quale si è preso atto che attraverso i mezzi di comunicazione, in particolare i social network, si pongono in essere delle attività, si diffondono delle informazioni che danneggiano le immagini dell’ente e della collettività collese, perché il Comune rappresentano la tradizione, la storia e il luogo a cui tutti i cittadini appartengono.” Così il sindaco di Colli a Volturno Emilio Incollingo, che spiega le ragioni dietro l’approvazione della delibera di giunta n.36/2019. Un provvedimento che le consigliere di opposizione Angela Siravo, Filomena Amodei e Roberta Ranieri non hanno esitato a definire “delibera bavaglio”.     

Nell’atto pubblicato all’albo pretorio si legge come venga autorizzato “il sindaco a proporre, presso le autorità competenti, ogni formale atto di tutela ed ogni iniziativa collegata e connessa al fine di garantire e salvaguardare la reputazione, l’onorabilità e l’immagine del Comune di Colli a Volturno, nonché la dignità dell’amministrazione comunale, contro possibili reati di diffamazione e/o ingiuria e/o calunnia, e ogni altra eventuale fattispecie penalmente rilevante che dovesse essere ravvisata, con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni da ciò derivati al Comune di Colli a Volturno”.

Incollingo specifica, come spiegato anche nella delibera, che “queste attività sono state poste in essere sia da cittadini privati sia da, soprattutto, soggetti che ricoprono cariche in Consiglio comunale e proprio in forza di questa posizione riescono ad attribuire maggior forza e credibilità alle notizie che vengono divulgate e ad informazioni che non sono corrispondenti al vero. Tra l’altro, abbiamo riscontrato che in alcune dichiarazioni anonime c’era una precisa conoscenza dei documenti e degli argomenti: ma nonostante l’anonimato è facile risalire all’ipotetica fonte dall’accesso agli atti, che va richiesta. È un clima abbastanza inquietante, allora con questo atto – atteso da tutta l’amministrazione e da molti cittadini – si è autorizzato il sindaco, quando e se lo riterrà opportuno, a tutelare nelle sedi adeguate l’ente promuovendo un’azione di eventuale querela per diffamazione, ingiuria e calunnia nei confronti del Comune”.

“Non è perciò assolutamente un tentativo di repressione politica – continua Incollingo – io per primo anzi ho invitato diverse volte la minoranza in un momento di confronto pubblico su questi e altri temi, quindi non si tratta di mettere un bavaglio quanto di puntualizzare un fatto, fermo restando che per i consiglieri la prima sede deputata per questo è il Consiglio comunale, dove chiunque di loro potrebbe sollevare questioni o chiedere chiarimenti ancor prima di sottoporli alla stampa, pubblicarli sui social network o divulgarli all’autorità giudiziaria. Nel caso in cui non dovessero ritenersi soddisfatti da tali chiarimenti, allora può diventare opportuno procedere diversamente. Il mio atteggiamento è sempre quello di lasciare correre, quando si tratta di attacchi personali, ma è oggettivo che noi siamo oberati da un’attività giudiziaria nei confronti del Comune; qualora si ravvisasse anche il reato di calunnia, è chiaro che saremo spinti ad agire diversamente anche nell’interesse dell’ente. Non si può far passare l’immagine che il Comune di Colli è irregolare, che qui succedono cose strane, quando non è vero; soprattutto perché quell’immagine è di tutti i cittadini, sia degli ‘amici’ del sindaco sia dei suoi oppositori”.

Di diverso avviso sono però le consigliere di minoranza: “Noi non avevamo notizia di questa delibera. Lo abbiamo saputo dopo l’approvazione della giunta, e già questo è un campanello d’allarme. Non siamo riusciti a parlare con il sindaco, ma ultimamente c’è stato in Consiglio comunale un po’ di ‘show’ da parte di alcuni consiglieri, nei confronti dei quali forse è stata specificamente approvata tale misura. Siamo al ridicolo istituzionale”, spiega Angela Siravo. “Pur essendoci una discrezionalità molto ampia, la delibera sa di misura preventiva anche nei nostri confronti. Ma la verità è che quando noi, come opposizione, solleviamo un problema, percorriamo tutte le vie previste dalla legge ma lo facciamo alla luce del sole. Però, siccome ultimamente il Comune è stato sommerso da esposti anonimi, c’è la convinzione si tratti di un’azione mirata da parte nostra. Non è così: noi siamo in Consiglio comunale per metterci la faccia, senza paura di dire quando le cose non vanno”.

“Non ci vanno bene molte delle cose che fa l’amministrazione, e come consigliere di minoranza ci siamo sempre esposte, e in diversi casi quest’impegno ci è stato riconosciuto anche dal sindaco – continua Siravo – però è preoccupante che non ci siano linee guida precise e che si dia all’autorità una discrezionalità così ampia: la delibera dice tutto e non dice nulla. Potrebbe anche essere vista come una forma d’intimidazione nei confronti dei dissidenti. Ma le campane si devono sentire tutte, e anche tutte insieme per capire meglio. A noi forze di opposizione ha decisamente offeso proprio che l’amministrazione abbia pensato di approvare un provvedimento del genere. Un primo cittadino che fa una giunta apposta per approvare questa delibera… Penso che a Colli ci siano problemi più urgenti e gravi. Noi la contestiamo da un punto di vista ideologico, non formale: fa capire il clima del paese, che non è bello né sereno. E, a dirla tutta, c’è anche il dubbio che, in questo modo, le spese legali personali possano andare in capo alla cosa pubblica. Continuando così non decolleremo mai. Abbiamo bisogno di unità, di distensione e di discussione per crescere come paese. Ma forse il problema è che non si vuol far crescere, perché è più semplice domare un popolo ignorante?”

Rimane il fatto che allo stato attuale la delibera autorizza semplicemente il sindaco, non procede a nulla a meno che non si renderà necessario: “Il sindaco ha discrezionalità, di volta in volta, ma ci siamo premuniti di fronte alla possibilità di dover intervenire – chiosa il primo cittadino Incollingo – Egli ha rappresentanza legale quando autorizzata, non può procedere per propria iniziativa se non per quanto riguarda i suoi interessi personali. Ed è esattamente a questo che serve il provvedimento che abbiamo inteso prendere”.

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